![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/originali/1288112953562.jpg)
di Augusto Mattioli
SIENA. Ha scansato la domanda più insidiosa. Quella riguardante l’incontro che c’è stato tra D’Alema e Berlusconi. Dario Franceschini non ne ha fatto parola per tutto il giorno nel suo giro in Toscana con i giornalisti che gli chiedevano un parere. Stesso copione ovviamente anche al Garden, dove sono stati in tanti ad ascoltare il suo breve intervento.
Non solo gli ex-dc (la famiglia Monaci, Gabriello Mancini sul palco con il segretario del Pd), ma anche altri di provenienza di sinistra, anche sindacalisti della Cgil il sindaco di Monteriggioni Bruno Valentini ed altri. In sostanza, la contaminazione sta prendendo corpo.
Bisognerà vedere se, dopo le primarie, la frase "chiunque sarà il segretario lo accetterò” sarà solo un qualcosa di retorico. Franceschini ha parlato di scuola, di lavoro precario, sottolineando le difficoltà della gente in questa fase economica, e anche sul versante delle strategie politiche della necessità che "una grande forza riformista debba essere in grado di fare proposte per il nostro paese", ma che occorra anche fare un’opposizione "seria e senza inciuci" e pensare anche alla soluzione del conflitto di interessi che il centrosinistra – anche quando poteva risolverlo – ha lasciato cadere nel dimenticatoio. Un intervento che ha ricevuto anche applausi convinti dai presenti, ma che in sostanza non ha detto cose che già non si sapessero.
Del resto ogni suo sospiro, come del resto quelli di Bersani (che sarà a Siena sabato mattina) e Marino viene registrato. Il finale dell’intervento di Franceschini è stato un pressante invito ad andare a votare. "Il 25 ottobre – ha sottolineato – sarà una giornata importante. Non è il momento di fare un passo indietro ma di allargare la partecipazione. Più gente andrà a votare, più saremo forti. E più gente sarà venuta a votare, più sarà forte chi avrà la responsabilità di guidare il partito democratico”.
Franceschini ricordando poi il suo lavoro di segretario del Pd ha puntualizzato che "per governare un partito che è pieno di personalità serve la dote della pazienza ma serve anche la forza. E quindi più votanti ci saranno e più forza avrà chi viene eletto. Si darà più forza all’idea di partito e all’opposizione. E con tutte le sfide a cui saremo chiamati, dure, difficili ne abbiamo bisogno. E il 25 ottobre se sarà venuta a votare moltissima gente il giorno dopo sarà una giornata di festa per noi e per l’opposizione. Se invece – ha aggiunto – avranno votato in pochi il 26 ottobre la giornata di festa sarà per la destra e per Berlusconi e noi non vogliamo sia così. Per questo dobbiamo impegnarci per fare andare le persone a votare. E a dire loro scegliere chi vogliono o, se non piace nessuno dei tre candidati, di votare anche scheda bianca”.
Infine un appello anche a "votare liberi, secondo coscienza". Secondo Franceschini infatti "è troppo importante decidere a chi affidare il futuro dell’idea del partito democratico, a chi affidare la guida dell’opposizione, a chi affidare la capacità di prepararsi a vincere, di fare le alleanze, per tornare a guidare il paese. Valutate liberamente e alla fine scegliete chi pensate sappia fare meglio questo lavoro. Se sceglierete liberi chiunque vinca il 26 sarà un giorno di festa per tutto il partito".
SIENA. Ha scansato la domanda più insidiosa. Quella riguardante l’incontro che c’è stato tra D’Alema e Berlusconi. Dario Franceschini non ne ha fatto parola per tutto il giorno nel suo giro in Toscana con i giornalisti che gli chiedevano un parere. Stesso copione ovviamente anche al Garden, dove sono stati in tanti ad ascoltare il suo breve intervento.
Non solo gli ex-dc (la famiglia Monaci, Gabriello Mancini sul palco con il segretario del Pd), ma anche altri di provenienza di sinistra, anche sindacalisti della Cgil il sindaco di Monteriggioni Bruno Valentini ed altri. In sostanza, la contaminazione sta prendendo corpo.
Bisognerà vedere se, dopo le primarie, la frase "chiunque sarà il segretario lo accetterò” sarà solo un qualcosa di retorico. Franceschini ha parlato di scuola, di lavoro precario, sottolineando le difficoltà della gente in questa fase economica, e anche sul versante delle strategie politiche della necessità che "una grande forza riformista debba essere in grado di fare proposte per il nostro paese", ma che occorra anche fare un’opposizione "seria e senza inciuci" e pensare anche alla soluzione del conflitto di interessi che il centrosinistra – anche quando poteva risolverlo – ha lasciato cadere nel dimenticatoio. Un intervento che ha ricevuto anche applausi convinti dai presenti, ma che in sostanza non ha detto cose che già non si sapessero.
Del resto ogni suo sospiro, come del resto quelli di Bersani (che sarà a Siena sabato mattina) e Marino viene registrato. Il finale dell’intervento di Franceschini è stato un pressante invito ad andare a votare. "Il 25 ottobre – ha sottolineato – sarà una giornata importante. Non è il momento di fare un passo indietro ma di allargare la partecipazione. Più gente andrà a votare, più saremo forti. E più gente sarà venuta a votare, più sarà forte chi avrà la responsabilità di guidare il partito democratico”.
Franceschini ricordando poi il suo lavoro di segretario del Pd ha puntualizzato che "per governare un partito che è pieno di personalità serve la dote della pazienza ma serve anche la forza. E quindi più votanti ci saranno e più forza avrà chi viene eletto. Si darà più forza all’idea di partito e all’opposizione. E con tutte le sfide a cui saremo chiamati, dure, difficili ne abbiamo bisogno. E il 25 ottobre se sarà venuta a votare moltissima gente il giorno dopo sarà una giornata di festa per noi e per l’opposizione. Se invece – ha aggiunto – avranno votato in pochi il 26 ottobre la giornata di festa sarà per la destra e per Berlusconi e noi non vogliamo sia così. Per questo dobbiamo impegnarci per fare andare le persone a votare. E a dire loro scegliere chi vogliono o, se non piace nessuno dei tre candidati, di votare anche scheda bianca”.
Infine un appello anche a "votare liberi, secondo coscienza". Secondo Franceschini infatti "è troppo importante decidere a chi affidare il futuro dell’idea del partito democratico, a chi affidare la guida dell’opposizione, a chi affidare la capacità di prepararsi a vincere, di fare le alleanze, per tornare a guidare il paese. Valutate liberamente e alla fine scegliete chi pensate sappia fare meglio questo lavoro. Se sceglierete liberi chiunque vinca il 26 sarà un giorno di festa per tutto il partito".