A Palazzo Sansedoni Camilla Dei verso la vicepresidenza?
di Red
SIENA. Questa mattina, a margine del comitato esecutivo dell’Abi a Milano, il presidente di Banca Montepaschi, Alessandro Profumo, ha risposto alle affermazioni della presidente della Fondazione Antonella Mansi. Mansi lamentava ieri che l’aumento di capitale a gennaio sarebbe stato esiziale per la Fondazione; oggi Profumo ha ribattuto: “Faremo tutte le valutazioni sulla base dell’interesse di Mps e di quello del cento per cento degli azionisti”. “Ci muoviamo sulla base di quello che dice il codice civile – ha precisato Profumo – cioé che il Cda deve operare nell’interesse dell’azienda e di tutti gli azionisti”. Pare aver imparato subito lo slogan “Noi a Siena si fa come ci pare”…
Si troverà un accordo? Le strade del Monte e della Fondazione sembrano allontanarsi in direzioni diverse con la banca che non ascolta il maggiore (ancora per poco) azionista e fila sul binario del proprio piano industriale, rimpiazzando chi non è d’accordo (si ricorderanno le triplici dimissioni dal cda di Campaini, Groppi e Briamonte, subito rimpiazzati), facendo scelte quantomeno impopolari e per qualcuno anche discutibili. Il piano preparato dalla Fondazione, che ha causato le doppie dimissioni di Pieri e Olivato, va in “senso ostinato e contrario”. In ballo c’è per entrambi la salvezza e, invece di allearsi per non finire nel burrone, i due si comportano come coniugi sull’orlo del divorzio: non sentono ragioni. Vero che è difficile dire che potrebbe aiutare chi. Le preoccupazioni di Palazzo Sansedoni sono espresse da Milano Finanza, che scrive: “Se l’aumento, che sarà inevitabilmente a fortissimo sconto, dovesse partire a gennaio, quindi fra poco più di un mese, la Fondazione Mps rischia in effetti di non riuscire più a onorare i 350 milioni di debito. Una volta che si saprà la diluizione del prezzo dell’aumento, il 33,4% della banca oggi in mano all’ente guidato da Antonella Mansi si assottiglierà di molto nelle proiezioni post ricapitalizzazione. Quindi, se il debito con le banche non sarà sensibilmente ridotto o azzerato prima dell’aumento, la situazione per l’ente potrebbe diventare molto pericolosa”.
Anche nel rimpiazzare i dimissionari le strade sono opposte: la banca corre, la Fondazione rallenta. Non c’è fretta nel rimpiazzare Olivato, la riserva potrebbe già essere in casa, Camilla Dei (Deputazione amministratrice) sembra in pole per la carica, ma non si esclude qualche sorpresa dell’ultima ora. Per quel che conta. Per la carica di Provveditore lasciata da Pieri potrebbero esserci più candidati, ma non è nemmeno escluso che Dacunto consolidi la propria posizione al momento solo temporanea. Il piano di dismissione dei titoli della banca va avanti, resta solo da capire come e quando si realizzerà. In Borsa il titolo Mps resta in altalena… e Siena in balia delle decisioni prese altrove.