di Augusto Mattioli
SIENA. In altre occasioni le indicazioni dei componenti della deputazione generale ci è sembrato fossero arrivati prima. Ora invece si va per le lunghe,segno che sui quei sedici posti e i tre dei sindaci revisori c’è una bella ressa. O che c’è un problema sulla presidenza Mancini. Il sindaco Maurizio Cenni, partito per le ferie e il presidente della Provincia Simone Bezzini, che da soli nominano 13 componenti forse o non hanno fretta oppure sono alle prese con il cosiddetto manuale Cencelli di democristiana memoria: c’è da tenere conto delle richieste del Pd (e delle relative “correnti” di ex Ds e di ex Margherita), dell’area socialista, divisa tra Riformisti e Toscana Riformista di Mauro Marzucchi, del Pdl che ha votato a favore della mozione programmatica per la deputazione generale sia in Comune sia in Provincia, con grandi proteste della Lega, che non smentisce però il fatto che sarebbe interessata al posto da sindaco revisore di nomina governativa.
E poi c’è tutta l’area a sinistra del Pd: da Sinistra e Libertà fino a Rifondazione Comunista e Comunisti italiani. Qualche chance potrebbe esserci per Sinistra e Libertà, che ha appoggiato alle elezioni provinciali Simone Bezzini che certo non resterà insensibile alle osservazioni in merito del suo sponsor principale, Franco Ceccuzzi. E poi occorre tenere presente che il Comune deve nominare un deputato su indicazione della Camera di Commercio (Vittorio Galgani, l’ex presidente sembra l’indicazione più ovvia) e che la Provincia deve fare una nomina analoga di concerto con il volontariato (si fa con insistenza l’ipotesi dell’ex-assessore al sociale della Provincia, Fiorenza Anatrini, che peraltro la Consulta ha volutamente evitato di indicare nell'ultima riunione). Nomi che sono delle ipotesi realistiche ma appunto alcune delle tante che si sono fatte e si stanno facendo in questi giorni.
Si è detto che il sindaco Cenni potrebbe essere orientato su persone di sua stretta fiducia. E allora si è parlato anche di Fabio Borghi, già segretario della Camera del lavoro e attualmente nel Cda della Banca Mps, come componente della deputazione amministratrice. Ma anche potrebbe non essere la pista giusta. Ci si chiede se sul rinnovo dei vertici della deputazione non abbia un ruolo anche l’ex presidente della Provincia Fabio Ceccherini, che non dovrebbe stare molto a lungo “parcheggiato”alla Cna dove lavora. Difficile indovinare dunque il toto nomine. Ad esempio, riguardo al Pdl si è parlato, in merito alla deputazione generale, di un interessamento del consigliere regionale Angelo Pollina per un ingresso di Anita Francesconi, nota commerciante ed esponente di spicco del Pdl della città.
Ma non è detto che altre indicazioni vengano dai vertici regionali o anche nazionali. E poi ci sono anche i tre di nomina della Regione, della Curia e dell’Università che – pur nella loro autonomia – potrebbero però lavorare, riguardo ai criteri da seguire, con Comune e Provincia. E torna d'attualità il nome di Piero Ricci, presidente di Mens Sana 1871, per un posto in Fondazione. Non però per quello di presidente, mormorio che all'epoca aveva fatto infuriare Mancini, tanto da togliere quasi il saluto all'elegante direttore di Confindustria.
Infine, c’è la questione-presidenza che a quanto pare sarebbe quella che provoca un certo ritardo nelle nomine non essendo più così sicura la riconferma dell'attuale presidente. Sembra che in questi giorni Gabriello Mancini, che si fa forte di pareri positivi per l'ulteriore mandato, si stia muovendo molto e interpreta come un presagio positivo la riconferma alla vicepresidenza dell'Acri… La sua conferma farebbe parte dell’accordo che ha portato alla recente conferma dei vertici della Banca. Ma in questo periodo di transizione la sua posizione potrebbe essere messa in discussione. Del resto non sarebbe la prima volta. Come accade all’ex sindaco Piccini, che ad un passo dalla nomina alla presidenza della Fondazione fu poi dirottato, ovviamente senza il suo consenso, alla Mps France di Parigi. Esilio dorato, ma esilio.
La presidenza, alla fine, potrebbe essere un gioco a tre fra Mancini.Ceccherini-Piazzi (attuale presidente di Intesa), con Alessandro Pinciani pronto alle dimissioni da vice della Provincia per andare a ricostituire con Ceccherini il duo di vertice della passata ammnistrazione provinciale.
SIENA. In altre occasioni le indicazioni dei componenti della deputazione generale ci è sembrato fossero arrivati prima. Ora invece si va per le lunghe,segno che sui quei sedici posti e i tre dei sindaci revisori c’è una bella ressa. O che c’è un problema sulla presidenza Mancini. Il sindaco Maurizio Cenni, partito per le ferie e il presidente della Provincia Simone Bezzini, che da soli nominano 13 componenti forse o non hanno fretta oppure sono alle prese con il cosiddetto manuale Cencelli di democristiana memoria: c’è da tenere conto delle richieste del Pd (e delle relative “correnti” di ex Ds e di ex Margherita), dell’area socialista, divisa tra Riformisti e Toscana Riformista di Mauro Marzucchi, del Pdl che ha votato a favore della mozione programmatica per la deputazione generale sia in Comune sia in Provincia, con grandi proteste della Lega, che non smentisce però il fatto che sarebbe interessata al posto da sindaco revisore di nomina governativa.
E poi c’è tutta l’area a sinistra del Pd: da Sinistra e Libertà fino a Rifondazione Comunista e Comunisti italiani. Qualche chance potrebbe esserci per Sinistra e Libertà, che ha appoggiato alle elezioni provinciali Simone Bezzini che certo non resterà insensibile alle osservazioni in merito del suo sponsor principale, Franco Ceccuzzi. E poi occorre tenere presente che il Comune deve nominare un deputato su indicazione della Camera di Commercio (Vittorio Galgani, l’ex presidente sembra l’indicazione più ovvia) e che la Provincia deve fare una nomina analoga di concerto con il volontariato (si fa con insistenza l’ipotesi dell’ex-assessore al sociale della Provincia, Fiorenza Anatrini, che peraltro la Consulta ha volutamente evitato di indicare nell'ultima riunione). Nomi che sono delle ipotesi realistiche ma appunto alcune delle tante che si sono fatte e si stanno facendo in questi giorni.
Si è detto che il sindaco Cenni potrebbe essere orientato su persone di sua stretta fiducia. E allora si è parlato anche di Fabio Borghi, già segretario della Camera del lavoro e attualmente nel Cda della Banca Mps, come componente della deputazione amministratrice. Ma anche potrebbe non essere la pista giusta. Ci si chiede se sul rinnovo dei vertici della deputazione non abbia un ruolo anche l’ex presidente della Provincia Fabio Ceccherini, che non dovrebbe stare molto a lungo “parcheggiato”alla Cna dove lavora. Difficile indovinare dunque il toto nomine. Ad esempio, riguardo al Pdl si è parlato, in merito alla deputazione generale, di un interessamento del consigliere regionale Angelo Pollina per un ingresso di Anita Francesconi, nota commerciante ed esponente di spicco del Pdl della città.
Ma non è detto che altre indicazioni vengano dai vertici regionali o anche nazionali. E poi ci sono anche i tre di nomina della Regione, della Curia e dell’Università che – pur nella loro autonomia – potrebbero però lavorare, riguardo ai criteri da seguire, con Comune e Provincia. E torna d'attualità il nome di Piero Ricci, presidente di Mens Sana 1871, per un posto in Fondazione. Non però per quello di presidente, mormorio che all'epoca aveva fatto infuriare Mancini, tanto da togliere quasi il saluto all'elegante direttore di Confindustria.
Infine, c’è la questione-presidenza che a quanto pare sarebbe quella che provoca un certo ritardo nelle nomine non essendo più così sicura la riconferma dell'attuale presidente. Sembra che in questi giorni Gabriello Mancini, che si fa forte di pareri positivi per l'ulteriore mandato, si stia muovendo molto e interpreta come un presagio positivo la riconferma alla vicepresidenza dell'Acri… La sua conferma farebbe parte dell’accordo che ha portato alla recente conferma dei vertici della Banca. Ma in questo periodo di transizione la sua posizione potrebbe essere messa in discussione. Del resto non sarebbe la prima volta. Come accade all’ex sindaco Piccini, che ad un passo dalla nomina alla presidenza della Fondazione fu poi dirottato, ovviamente senza il suo consenso, alla Mps France di Parigi. Esilio dorato, ma esilio.
La presidenza, alla fine, potrebbe essere un gioco a tre fra Mancini.Ceccherini-Piazzi (attuale presidente di Intesa), con Alessandro Pinciani pronto alle dimissioni da vice della Provincia per andare a ricostituire con Ceccherini il duo di vertice della passata ammnistrazione provinciale.