L'ufficializzazione del cambio di Provveditore ha dato adito ad una serie di importanti comunicazione circa le linee guida dell'ente
di Augusto Mattioli
SIENA. Risparmio. Sarà uno dei temi sui quali lavorerà Marco Forte, il nuovo provveditore della Fondazione Mps, presentato ufficialmente questa mattina (17 dicembre), che subentra a Davide Usai, in uscita anticipata dall’incarico.
Una decisione presa all’unanimità dalla Deputazione Amministratrice e che non ha creato particolari problemi. Lo stesso Usai ha tenuto a sottolineare come con i nuovi vertici dell’ente insediatisi mesi fa “ci sia stata una grande sintonia”. Ha pesato nella decisione appunto l’idea che la Fondazione debba stare attenta ai conti, alle spese di gestione anche le più piccole, che ai tempi delle vacche grasse erano del tutto o quasi ignorate.
Forte conosce bene la Fondazione per la quale lavora dal 2006 essendo stato responsabile dell’ufficio integrato controlli, direttore amministrativo, sostituto del direttore generale e amministratore unico di Vernice progetti culturali. Inoltre ha partecipato anche all’intero processo di gestione della partecipazione in Banca Mps, oggi ridottissima.
Il presidente Carlo Rossi, nell’ambito di questa politica della formichina ha annunciato anche una ulteriore riduzione dei compensi degli amministratori. Il presidente passa dai 56200 euro annuali a 48 mila, il vicepresidente da 21000 a 17000 i componenti della deputazione amministratrice da 18750 a 15000, il gettone dei componenti della deputazione generale da 900 e 700 euro. In totale un risparmio di circa 45 mila euro.
Rossi ha anche ribadito la necessità di tirare la cinghia, aspetto che arriva dalle previsioni del bilancio del 2018 che si chiuderà in negativo perché “la gestione finanziaria è stata condizionata dall’andamento dei mercati”. In ogni caso per quanto riguarda le erogazioni ha ricordato che la cifra ad esse destinata sarà di 4,3 milioni, ovviamente sulla base di bandi.
La notizia positiva degli ultimi giorni è stata l’accordo con Deutsche Bank che ha sborsato 17,5 milioni di euro alla fondazione senese in relazione al procedimento in corso innanzi al Tribunale di Firenze, nei confronti di Antonio Vigni, ex direttore generale di Mps e della stessa banca tedesca riguardante l’operazione di finanza strutturata conosciuta come “Operazione Santorini” “la cui utilizzazione – ha puntualizzato Rossi – deve essere ancora decisa”. Ma ha escluso che sia destinata alle erogazioni. Una trattativa i cui particolari “per riservatezza” non sono stati resi noti.
Incertezza ancora invece nella analoga causa con la giapponese Nomura. T
ra i progetti, oltre alle conferme su Tls, e Chigiana, ci sarà attenzione per l’infanzia e i giovani, la promozione del progetto ambientale carbon free riguardante le emissioni di anidride carbonica nel territorio senese e infine il finanziamento di uno studio, in collaborazione con enti vari senesi, per capire gli scenari futuri del territorio senese. “Occorre immaginare – ha sottolineato Rossi- cosa potrebbe accadere in una prospettiva di lungo periodo”. E sul rapporto con il comune di Siena lo ha definito “molto buono. C’è un totale e assoluto rispetto delle reciproche competenze”.