SIENA. Approvato dalla Fondazione Mps l’annuciato bando straordinario per 15 milioni di euro per far fronte alla crisi economica riservato ai soli enti con sede in provincia di Siena per quanto riguarda lo sviluppo economico e l’edilizia e agli enti con sede nelle provincie di Siena e Grosseto per interventi sul sociale. Una somma che, fa sapere la Fondazione Mps che oggi (26 gennaio) ha presentato il documento programmatico previsionale del 2009 “è da considerare un’anticipazione sulle erogazioni da decidere nei tempi tradizionali in base al bando ordinario che sarà reso noto a marzo”.
Un bando che nasce dalle sollecitazioni delle istituzioni e varie associazioni senesi preoccupate per la difficile situazione economica in corso che si sta cominciando a sentire anche in provincia di Siena.
Le aree interessate dal bando sono quelle dello sviluppo economico ed edilizia popolare locale per realizzare progetti immediatamente cantierabili e il sociale riguardante l’assistenza agli anziani, famiglia, crescita e formazione giovanile.
Per il settore economico ogni singola richiesta non potrà essere inferiore a 150 mila euro, per il sociale a 30 mila. La scadenza delle domande è fissata per il prossimo 27 di febbraio.
L'incontro per presentare il bando è stato colto come occasione per parlare della situazione della Fondazione Mps e, di conseguenza della Banca.
Sollecitato dai giornalisti che gli chiedevano una sua opinione sulla possibilità che il Monte dei Paschi non distribuisca, per la crisi economica, il dividendo Mancini ha a detto chiaramente che l’ipotesi non gli "garberebbe affatto". “Bisogna tenere conto – ha detto – delle necessità della banca ma ci sono anche quelle della Fondazione che non possono certo essere ignorate. Sarebbe un criterio scriteriato pensare alle necessità di una sola parte. Non vedo perché la banca debba prendere una decisione del genere”.
Implementazione del piano industriale e la verifica della sua validità tenendo conto dei cambiamenti avvenuti nel mondo economico; attenzione verso il processo di dismissione degli asset non strategici, per rafforzare la situazione patrimoniale; perfezionamento del processo di integrazione industriale di Antoneveneta, consolidamento dell’attività retail, quella corporate e del credito al consumo. Questi i punti centrali delle attività della Fondazione nei confronti della banca Mps. Il presidente Gabriello Mancini, riguardo il piano industriale ha dichiarato la disponibilità della Fondazione ad un "aggiornamento del piano stesso. Non siamo pregiudizialmente contrari. Bisogna tenere conto che è cambiato il mondo” ha puntualizzato parlando con i giornalisti a margine dell'incontro di oggi.
Il presidente Mancini ha anche parlato delle sue due strategiche partecipazioni bancarie, Mediobanca e Intesa Sanpaolo, dandone diverse valutazioni. "Monitoreremo l'andamento e decideremo cosa fare – ha detto Mancini – Comunque non si tratta di una partecipazione strategica. Il monitoraggio servirà per valutare l'opportunità di mantenere il titolo ancora in portafoglio per intercettarne l'auspicata redditività prospettica salvo analizzarne l'opzione di uno spostamento dell'asset del circolante propedeutico ad una successiva eventuale cessione della partecipazione".
In sostanza se conviene la quota di Intesa si vende. Strategico invece per la Fondazione un più stretto rapporto con Mediobanca la principale banca d'affari italiana, un rapporto che permetterà di qualificare e migliorare secondo il documento programmatico "la propria presenza attiva nei circuiti economici e finanziari nazionali con potenziali e attesi riflessi positivi sull'attività' di promozione e di sviluppo del territorio".
Conservazione del patrimonio e rafforzamento patrimoniale per garantire accantonamenti maggiori. Garanzia di stabilità e continuità alle erogazioni mantenendone la cifra media degli ultimi esercizi: sono gli obiettivi principali che la Fondazione Monte dei Paschi di Siena perseguirà secondo li documento programmatico del 2009, l’ultimo dell’attuale gestione visto che i vertici della Fondazione scadranno a fine luglio prossimo.
Mancini ha detto che la Fondazione “provvederà a diversificare la propria esposizione verso Banca Mps con l’utilizzazione delle risorse finanziarie generate dall’attuale composizione dell’attivo". Una “oculata” politica erogativa e gli accantonamenti ai fondi patrimoniali e al fondo di stabilizzazione delle erogazioni “genereranno nel medio termine un congruo ammontare di disponibilità – si calcola un miliardo in tre anni – da investire in asset decorrelati settore bancario”. Risorse che saranno investite con impieghi in grado di diversificare il rischio e di raggiungere livello di adeguata redditività nel medio e lungo termine. In particolare sono da privilegiare le partecipazioni e i fondi private equity rispetto agli strumenti finanziari tradizionali, prevedendo si sottolinea “anche risorse patrimoniali da dedicare allo sviluppo del territorio di riferimento della fondazione con l’obiettivo di premiarne la valenza industriale e finanziaria". Riguardo le attività istituzionali l’obiettivo è quello di stabilizzare le erogazioni per una cifra che si mantenga nella media degli ultimi anni riservando nel contempo una particolare attenzione verso l’incremento del fondo di stabilizzazione delle erogazioni.