E case a Roma per trovare utili dalla speculazione edilizia
di Red
SIENA. Il quotidiano economico Il Sole 24 Ore riporta in un’intervista le parole di Gabriello Mancini, presidente della Fondazione MPS. Il quale ha dichiarato che sarebbe meglio pagare gli interessi sui Monti Bond con l’emissione di nuovi titoli equivalenti (anche se provoca la diluizione delle quote degli attuali soci della banca senese, prima di tutti la Fondazione stessa, ndr). Ciò in perfetta contrapposizione con l’indicazione fornita dalla Banca Centrale Europea, che pochi giorni fa aveva suggerito l’ingresso del Tesoro nel capitale di Rocca Salimbeni piuttosto che finanziare la moltiplicazione dei debiti.
Secondo Mancini, la Fondazione di Palazzo Sansedoni è consapevole di dover scendere ancora nel capitale della banca, ma non vorrebbe farlo con un titolo a 20 centesimi. Visti i risultati di quest’ultimo anno, sembrerebbe che Mancini non abbia scelto la strada migliore: MPS chiuderà i bilanci con l’ennesimo rosso e quindi senza dividendi per i soci che soffrono dell’ulteriore deprezzamento del titolo (che continua a veleggiare intorno ai 20 centesimi appunto, non ricavando sostanziali benefici nè dallo spread nè dal sostegno economico dello Stato). Nel frattempo, però, MPS chiude il 2012 con due risultati importanti: l’ok al rafforzamento patrimoniale con i Monti Bond e l’accordo sul piano industriale e le attività di back office a cui hanno aderito le sigle sindacali.
Intanto da Roma arrivano “buone” notizie sulle speculazioni immobiliari in cui sono coinvolte la Fondazione MPS, la banca e il costruttore Mezzaroma. La giunta Alemanno, prima di andare al voto, vorrebbe approvare la manovra urbanistica che prevede un consumo di suolo agricolo pari a 394 ettari per costruire residenze per 97mila abitanti da Casal Boccone alla Bufalotta, oltre al raddoppio della pista aeroportuale di Fiumicino. Sarebbero soddisfatti così anche gli appetiti dei vari Caltagirone, Marchini e C. ovviamente. Il tutto in mezzo alla rivolta della popolazione residente che vede come il fumo negli occhi questa nuova colata di cemento e nonostante uno studio del sindacato Cgil dimostri che nella capitale ci siano più di 250mila appartamenti che “nessuno vuole, o meglio, non è in grado di comprare compresi alloggi di un certo pregio come quelli del Parco Leonardo tra l’Eur e l’aeroporto”, come riferisce Il Fatto Quotidiano di oggi.
Se a Palazzo Sansedoni pensano di ricavare utili dall’esecuzione di questi progetti (quartiere Talenti, ad esempio), si prevede che i tempi delle vacche magre continueranno per un bel pezzo.