Si dividerà la quota di Palazzo Sansedoni tra cinque fondazioni
di Red
SIENA. Il piano di salvataggio con le vendite a saldi di fine stagione della Fondazione MPS sta prendendo sempre più corpo. Si riunisce il Consiglio di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), sotto la guida di Franco Bassanini, per discutere e approvare il riassetto azionario in seguito al disimpegno di Palazzo Sansedoni, conseguente al piano di ristrutturazione di circa 1,1 miliardi di euro di debiti.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero, la quota del 2,56% in carico alla Fondazione senese dovrebbe essere rilevata da altre 5 Fondazioni. Come è previsto dallo statuto della società, che per il 70% è controllata dallo Stato Italiano e per il restante 30% da 65 enti, il Cda di Via Goito a Roma dovrebbe “dare l’assenso preventivo al rimescolamento della compagine sociale, frutto di un delicato dosaggio fra le varie Fondazioni”.
I cinque enti in predicato di spartirsi la quota fino ad ora detenuta da Fondazione MPS sono il Banco di Sardegna, che dovrebbe ottenere circa l’1,83%. A seguire la Cassa di Lucca con lo 0,42%, Cassa di Cuneo con lo 0,222%, Cassa della Spezia con lo 0,05%, Cassa Salernitana con lo 0,025%. Il controvalore del pacchetto azionario sembra sia stato valutato circa 90 milioni. Cassa Depositi e Prestiti aveva chiuso l’esercizio 2010 con un utile netto di 2.743 milioni di euro, mentre nel 2009 aveva chiuso con 1.725 milioni.
L’importo del dividendo 2010 è stato pari a 700 milioni di euro: quindi per la Fondazione MPS la dismissione toglierà profitti annui per circa 18 milioni di euro, mentre i soldi incassati dalla vendita trasmigreranno verso i forzieri di Credit Suisse, Mediobanca e le altre banche che prestarono i soldi a Palazzo Sansedoni per coprire l’ultimo aumento di capitale della scorsa estate.
SIENA. Il piano di salvataggio con le vendite a saldi di fine stagione della Fondazione MPS sta prendendo sempre più corpo. Si riunisce il Consiglio di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), sotto la guida di Franco Bassanini, per discutere e approvare il riassetto azionario in seguito al disimpegno di Palazzo Sansedoni, conseguente al piano di ristrutturazione di circa 1,1 miliardi di euro di debiti.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero, la quota del 2,56% in carico alla Fondazione senese dovrebbe essere rilevata da altre 5 Fondazioni. Come è previsto dallo statuto della società, che per il 70% è controllata dallo Stato Italiano e per il restante 30% da 65 enti, il Cda di Via Goito a Roma dovrebbe “dare l’assenso preventivo al rimescolamento della compagine sociale, frutto di un delicato dosaggio fra le varie Fondazioni”.
I cinque enti in predicato di spartirsi la quota fino ad ora detenuta da Fondazione MPS sono il Banco di Sardegna, che dovrebbe ottenere circa l’1,83%. A seguire la Cassa di Lucca con lo 0,42%, Cassa di Cuneo con lo 0,222%, Cassa della Spezia con lo 0,05%, Cassa Salernitana con lo 0,025%. Il controvalore del pacchetto azionario sembra sia stato valutato circa 90 milioni. Cassa Depositi e Prestiti aveva chiuso l’esercizio 2010 con un utile netto di 2.743 milioni di euro, mentre nel 2009 aveva chiuso con 1.725 milioni.
L’importo del dividendo 2010 è stato pari a 700 milioni di euro: quindi per la Fondazione MPS la dismissione toglierà profitti annui per circa 18 milioni di euro, mentre i soldi incassati dalla vendita trasmigreranno verso i forzieri di Credit Suisse, Mediobanca e le altre banche che prestarono i soldi a Palazzo Sansedoni per coprire l’ultimo aumento di capitale della scorsa estate.