L'ente di Bassanini pare essere la panacea di tutti i mali italiani...

di Red
SIENA. La Cassa Depositi e Prestiti sembra dover assomigliare, secondo la pubblicistica di questi tempi grami, a una piovra tentacolare impazzita che arraffa di tutto con i suoi tentacoli, visto come quanti la tirano in ballo per sanare e risolvere le difficoltà più disparate. Ma veniamo con ordine, partendo dalla Fondazione senese. Il Consiglio di amministrazione di Cdp ha dato l’ok preventivo affinché le azioni possedute dalla Fondazione MPS, pari al 2,56%, vengano disimpegnate in favore di altre cinque fondazioni come già anticipato: 1,83% al Banco di Sardegna, 0,42% Cassa di Lucca, 0,222% Cassa di Cuneo, 0,05% Cassa della Spezia, 0,025% Cassa Salernitana. Questi enti si spartiranno tutti gli anni i dividendi del migliore impegno finanziario che oggi potrebbe cercare un investitore (già annunciati per l’anno 2011 utili in netto rialzo rispetto all’anno precedente), mentre a Siena con i 90 milioni gentilmente offerti dai compratori si pagherà una parte dei debiti della scorsa estate. E per il futuro? Niente. Così si realizza la discontinuità col passato, ma non c’è da gioirne: non hanno salvaguardato nemmeno la maggioranza assoluta nel Monte.
La Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) ha i soldi, è pubblica ma fuori dal perimetro della pubblica amministrazione. Cioè, ha ampio margine di manovra e più di 150 aziende avrebbero chiesto alla Cdp di divenire loro partner di minoranza per sviluppare meglio le proprie potenzialità. Tremonti, che aveva voluto l’invenzione del Fondo Strategico Italiano a cui si sono rivolte queste aziende, la voleva anche far diventare un contenitore di titoli di stato (per continuare a sovvenzionare la politica della spesa pubblica del governo), ma senza successo. In questo bisogna riconoscere il merito a Bassanini. Il quale, venendo da una storia politica che lo ha visto arrivare in Parlamento dal collegio senese, dovrebbe (per riconoscenza o per contiguità?) divenire socio di minoranza in MPS con le quote cedute dalla Fondazione”ad usum fabricae”, se non addirittura egli stesso il nuovo presidente in Palazzo Sansedoni al posto di Gabriello Mancini. Fantaeconomia politica? A furia di parlarne il numero di quelli che ci credono aumenta ogni giorno…
In più c’è da risolvere il rebus di dove mettere le azioni di Snam che Eni dovrà vendere causa legge sulle liberalizzazioni. Se Monti vuole tenere il controllo delle reti del gas in mani pubbliche, non c’è alternativa a che il nuovo proprietario delle azioni diventi la Cdp, visto che, tra l’altro, è già proprietaria della rete distributiva di Terna (elettricità). Ma la Borsa è giornaliera, queste chiacchiere saranno buone domani. Infatti il titolo MPS perde (-4,06% a euro 0,2860), sul finire della seduta odierna, dopo che la Consob aveva diffuso la notizia che confermava Francesco Gaetano Caltagirone aver ridotto al 1,383% la quota che deteneva in Banca Monte dei Paschi e che fino a qualche settimana fa ne faceva il secondo azionista. Non risulta sia stata ceduta in blocco ad un unico acquirente. Sui cali dei bancari nel loro insieme diamo la colpa alla ancora incerta situazione greca, come sottolineato anche dal cancelliere tedesco Merkel oppure alla scarsa soddisfazione dell’esito dell’asta di BTp con i rendimenti ancora sopra il 5%.
E concludiamo l’analisi odierna da dove siamo partiti: dalla Fondazione MPS. Il sindaco di Siena aveva promesso che dopo il termine ultimo per la presentazione di candidature per il posto vacante in Deputazione, i curriculum vitae dei proponenti sarebbero stati a disposizione di chi li avesse voluti leggere sul sito www.comune.siena.it e si doveva cominciare dunque dal 19 gennaio. C’è qualche esponente dell’opposizione che sia in grado di chiedere lumi al sindaco? Possibile che non ci siano candidati? Anche oggi sul sito del Comune di Siena ci sono tirocini formativi e allerta neve, ma di curriculum vitae neanche un accenno.