FN commenta la bocciatura dell’azione di responsabilità contro gli ex vertici di MPS
SIENA. Nella giornata di ieri l’assemblea dei soci di Banca MPS, il cui socio di maggioranza è il Tesoro, ha respinto la mozione di responsabilità contro gli ex vertici Viola e Profumo in relazione ai derivati Alexandria e Santorini. Respinta anche una seconda mozione di responsabilità contro gli attuali vertici. Approvato il bilancio con una perdita di € 111.921.614. Una decisione sconcertante – commenta Forza Nuova Siena tramite il Segretario Alessandro Dolci -.
Ciò dimostra che questo Governo giallo-verde non incarna alcun cambiamento rispetto al precedente (PD) e non vuole fare luce sulla passata gestione di MPS. Si concretizza dunque quello che già dicemmo durante la nostra conferenza sulla crisi di Banca Mps del 16 dicembre 2017, quando il Segretario Nazionale Roberto Fiore parlò di “socializzazione” delle perdite e di massimizzazione dei profitti da parte di pochi. Ricordo, tra le altre cose, che gli ex vertici se ne sono andati con una generosa buonuscita – prosegue Dolci -.
Ebbene con questa decisione il messaggio che è passato alla città e al paese è deleterio: ossia che i banchieri sono intoccabili, che (anche) questo Governo pseudo-sovranista li protegge e che a pagare per la mala gestio di pochi saranno i piccoli azionisti, i lavoratori e i risparmiatori – sottolinea Dolci -.
Poco può fare la Fondazione, che oggi detiene appena lo 0,003% delle azioni di MPS contro il 51% dell’epoca pre-crisi, se non tentare di tutelare i livelli occupazionali e il legame con il territorio e la provincia. Ma anche il sistema delle Fondazioni bancarie, nato a metà dei lontani anni ’90, ha dimostrato, per come è stato strutturato, di essere troppo permeabile alle clientele politiche della sinistra. Non dimentichiamoci infatti che lo stesso Mussari, protagonista dell’affare Antonveneta, veniva proprio dalla presidenza della Fondazione Mps (2001 – 2006).
Come Forza Nuova dice da sempre – conclude Dolci – il sistema bancario italiano va ripensato e ristrutturato nel suo complesso, abbandonando le deleterie logiche privatistiche e clientelari che hanno caratterizzato la riforma del 1993, da cui hanno avuto origine le Fondazioni Bancarie. Si deve tornare ad una visione della Banca come soggetto pubblico con funzioni separate, a vocazione nazionale, dotato di un’etica e al servizio dell’economia reale, dei risparmiatori e dei produttori.