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SIENA. “In merito alle contestazioni della Corte dei Conti relative all’emerso buco di bilancio di ben 13 milioni di euro per l’anno 2015-2016, troviamo sconcertanti le argomentazioni addotte nei suoi interventi dall’ex Sindaco di Siena e oggi Consigliere comunale di opposizione Bruno Valentini”, dichiara Alessando Dolci segretario di FN per la provincia di Siena.
“Di fatto l’ex primo cittadino sembra prendersela con le interpretazioni contabili della Corte dei Conti trincerandosi prima dietro alla scusa della cosiddetta “armonizzazione contabile”, poi dietro al principio di separazione tra politica e amministrazione scaricando la colpa sui tecnici, sulla ragioneria e i revisori contabili, nonché oggi sul suo partito di appartenenza.
Al di là delle interpretazioni della Magistratura contabile, riteniamo che l’ex Sindaco non possa addossare la colpa solo ai tecnici e ai dirigenti amministrativi perché se è pur vero che della gestione finanziaria ne rispondono di norma i dirigenti dotati di poteri di spesa è anche vero che l’organo politico di governo è pur sempre investito di una posizione di garanzia che lo rende perciò corresponsabile, a titolo di omissione di controllo, di eventuali irregolarità contabili/finanziarie commesse dai primi.
Dunque – prosegue Dolci – pare alquanto improbabile che l’ex primo cittadino non sapesse e non fosse in grado di intervenire su atti che non erano preesistenti alla sua gestione bensì concomitanti al suo mandato di Sindaco (anni 2015 – 2016) e su cui già la Corte dei Conti si era espressa negativamente.
Per questo riteniamo che l’ex Sindaco, qualora emergessero elementi tali da configurare un vero e proprio danno patrimoniale ed erariale, ne dovrà rispondere in concorso davanti alla Magistratura in tutte le sedi, ossia amministrativa e finanche penale, nella ipotesi in cui dovesse pure emergere che i bilanci relativi a quegli anni siano stati artatamente ritoccati.
Ciò premesso – conclude Dolci – auspichiamo che la vicenda prenda una piega anche giudiziaria e non solo politica, poiché anche le eventuali dimissioni (di cui per ora il Valentini nemmeno ha parlato), seppur moralmente dovute, sono insufficienti e non renderanno di certo giustizia alla città”.