SIENA. “La recente e patetica ondata di disobbedienza civile – dichiara Alessandro Dolci segretario politico di FN SIena- di alcuni sindaci del senese, paladini dell’accoglienza business travestita da carità ha naturalmente visto la Regione Toscana e il governatore Enrico Rossi scendere in prima linea con il ricorso alla Corte Costituzionale avverso il decreto sicurezza.
Peccato – prosegue Dolci – perché anche questa volta, all’indomani della impietosa classifica della sanità toscana e della notizia dell’esclusione degli azionisti di Mps dal Fondo di Garanzia, il Governatore Rossi e gli esponenti del PD senese abbiamo perso una buona occasione per tacere: piuttosto lor signori avrebbero dovuto ricorrere alla Corte Costituzionale per tutelare quel diritto al risparmio e alla salute che proprio le loro scellerate politiche hanno frustrato.
L’esclusione dei risparmiatori di MPS dalla Legge di Bilancio 2018 ovviamente è frutto di una scelta di questo governo giallo-verde, tuttavia la sostanza non cambia, se pensiamo che se oggi si arriva ad istituire un Fondo di Garanzia di certo ciò è da imputare alle conseguenze di una annosa mala-gestio a livello locale, una mala-gestio che certamente fa capo a chi per anni ha esercitato un controllo politico sulla banca. Stesso ragionamento è evidentemente applicabile alla sanità toscana.
A questo punto – conclude Dolci – sembra proprio che questa levata di scudi, capeggiata dal Governatore Rossi, sia piuttosto un pretesto per gettare fumo negli occhi sui fallimenti del PD toscano e senese. Tuttavia, se proprio il Governatore Rossi vuole criticare il Decreto Sicurezza, gli consigliamo di rivolgersi ad altri argomenti e di pensare ai gravi problemi di sicurezza sollevati dalla presenza di una potente mafia nigeriana e alla corruzione che ha accompagnato il rilascio di molti permessi di soggiorno”.