Smantellato l'accordo machiavellico della politica USA, tonfo dei bancari
di Red
SIENA.L’annuncio del compromesso sul debito americano giunto due minuti prima dell’avvio delle contrattazioni a Tokio, aveva spinto le borse all’insù e fatto prevedere un avvio interessante per l’Europa. Invece le analisi sempre più stringenti degli esperti USA svelavano nella mattinata il carattere insufficiente del compromesso, molto simile alle manovre italiche di bilancio di Tremonti e Berlusconi, che dietro principi stringenti procrastinano la soluzione dei problemi a fumose intese future. La reazione è stata micidiale: nel pomeriggio perfino la notizia su Banca Carige di aver chiuso il semestre con un utile netto in crescita del 5,4% ha permesso al titolo solo di contenere le perdite con -3,39%. I bancari hanno riavvicinato il fondo toccato giusto due settimane fa, e il titolo MPS ha perso -7,87% a euro 0,4823 dopo aver subito anche una sospensione per eccesso di ribasso e sempre in buona compagnia (Intesa, Unicredit). Si pensa a una fuga dei Fondi USA con vendita di titoli bancari europei e rifugio verso la Svizzera, come spingono molti analisti indipendenti.
Slegati i risultati operativi dal contesto della crisi economica mondiale, non ci aspettiamo grandi risultati dalle semestrali degli istituti finanziari che stanno per arrivare sui mercati. Quella di Rocca Salimbeni arriverà il venerdì 26 agosto, ma sappiamo fin da ora che potrebbe essere importante solo in presenza di un risultato negativo rispetto alle attese e alle promesse di Mussari e Vigni. I dati macroeconomici non interessano la speculazione al ribasso, ed è evidente che le misure prese dopo la crisi del 2008 non hanno toccato minimamente la capacità dei raiders di giocare al continuo ribasso, con l’aiuto della politica che non sa comunicare ai propri elettori la necessità di una stretta fiscale importante e di vere misure per far ripartire lo sviluppo economico, fondamentale per ripagare l’aumento dei debiti statali accesi con l’emissione di titoli di stato a interessi sempre più alti. Per quanto riguarda gli USA che da anni si sostengono con i massicci investimenti della banca centrale cinese, il rallentamento della crescita del gigante asiatico è un ulteriore campanello d’allarme. Certo, per ritornare a casa nostra a Siena, ci sono delle considerazioni da fare. L’assenza di contendibilità della banca, vista la maggioranza posseduta dalla Fondazione MPS, dovrebbe essere un punto di stabilità importante qualificante rispetto alle altre banche italiane: la prudenza generata dal legame col territorio un valore gratificante per gli investitori. La scarsa presenza nel portafoglio di titoli di Stato della Grecia e del Portogallo, un ulteriore elemento di tranquillità. La buona riuscita, fino ad oggi, del piano di ristrutturazione industriale, con una concreta diminuzione di costi, un fattore importante. Gli analisti che vedono il pericolo di una quantità eccessiva in portafoglio di titoli di stato Italiani, non intravedono rischi su eventuali titoli USA posseduti dal Monte dei Paschi, per cui la situazione statunitense non avrà comunque dirette implicazioni negative sui conti della banca.
Dove cercare allora il cancro che mantiene MPS ai minimi storici? Un problema allora di immagine e di conduzione politica? Interno all’istituto o al potere politico romano? Sarà sufficiente che mercoledì alle Camere il presidente Berlusconi faccia un discorso di grande chiarezza economica sullo sviluppo dell’Italia nel prossimo biennio (quello che ci condurrà alle elezioni del 2013), su come verranno distribuiti i costi della riduzione del deficit statale, su come verranno impiegati i fondi per le infrastrutture (Tav Lione-Torino, Ponte di Messina, Centrali nucleari, Piano casa si sono rivelati progetti velleitari e sostanzialmente inutili) per dare ai mercati la risposta che tutti cercano? Bisogna fare molta attenzione: gli accordi machiavellici tra repubblicani e democratici negli USA sono stati smontati con supponente facilità da poche ore di contrattazione borsistica. Vedremo nei prossimi giorni, in cui affronteremo anche il problema del provincialismo mediatico e politico presente nella città del Palio nei confronti della banca, come si evolverà la situazione.