"... ma nuovi modelli e nuove capacità di governo"
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A parte il mistero di come sia possibile dichiarare di essere stati ingannati da tutti e non sentirsi allo stesso tempo degli sprovveduti, non risulta al momento nessuna autocritica ma soprattutto nessun approfondimento per indagare origini e cause della crisi e se esistono possibilità di superamento. Assistiamo al contrario ad appelli, mobilitazioni e presidi che più che manifestazioni di volontà per fronteggiare la crisi, sembrano esorcismi per scongiurare l’inevitabile cambiamento. Un cambiamento che dovrà prendere atto che le ricchezze della città sono state dilapidate, che la Banca non è più senese e che è necessario salvare almeno Fondazione, Santa Maria della Scala, Università e Polo Ospedaliero.
E’ chiaro che chi sarà chiamato a guidare la città, dovrà innanzitutto accertare cause e responsabilità di quanto avvenuto, affinché d’ora in poi la gestione di qualunque potere sia affiancata dall’etica della responsabilità. Purtroppo la Siena Felix che abbiamo conosciuto non esiste più e con essa è finita quell’opulenza che faceva sì che lo scontro politico prevedesse la sola alternanza delle classi dirigenti, senza mai mettere in discussione il modello città, altrimenti detto “Sistema Siena”. Se oggi il tema di fondo è il bene comune, parlare di alternanza politica è del tutto fuori della realtà.
Quello che si sta delineando sono progetti alternativi tra chi ritiene che, salvo aggiustamenti, il vecchio modello possa essere mantenuto e chi invece intende “gestire e ripensare i termini della crisi e di sviluppo possibile”, individuando “modelli e ricette inesplorate e capacità di governo e di coesione superiori alle precedenti”. E’ evidente come una proposta riformatrice, che si pone nell’ottica prima di immaginare e poi lavorare sin da adesso per la Siena del futuro, sia molto più problematica ed impegnativa di quella continuista. Sarà pertanto necessario coinvolgere quelle cospicue risorse, in termini di competenze professionali, culturali e di amore per il bene comune, di cui la città dispone e che per troppo tempo sono state emarginate, subordinandole a logiche di partito. Logiche che, nel decadimento della forma partito, non rispondono più all’interesse generale, bensì e solo agli interessi degli amici e dell’apparato interno e che ancora si muovono sulla base delle categorie 900esche di destra e sinistra.
Così come nel prendere un autobus nessuno si preoccupa dell’orientamento politico del conducente, analogamente, di fronte alla gravità della crisi attuale, sarà necessario prescinderne limitandosi a valutare idee ed opportunità per una reale fuoriuscita, nonché il modello di città che si intende costruire e quindi le capacità professionali, culturali ed organizzative di chi si candiderà a gestire il cambiamento.
Proprio per questo gli strumenti necessari non potranno più essere i vecchi partiti, ma aggregazioni civiche, improntate a criteri di partecipazione democratica e trasparenza, dove storie differenti possano unirsi e mobilitarsi intorno ad un progetto di cambiamento, senza mai dover rispondere a nessun apparato, ma solo agli impegni assunti, alla propria coscienza ed ai cittadini.
FUTURO E LIBERTA’ – coordinamento senese