La richieste di Profumo indeboliscono ulteriormente il socio di maggioranza

SIENA. Concordiamo solo parzialmente con chi afferma che il presidente Profumo si sta muovendo contro la Fondazione MPS, perché il primo nemico della Fondazione, ad oggi sembra essere la Fondazione stessa. Una Fondazione che continua a tacere dinanzi all’annunciato tentativo di Profumo di chiedere una delega che la espropria di importanti poteri decisionali su temi sensibili e sulla individuazione dei nuovi soci. Una Fondazione che, nonostante il tante volte ribadito “legame indissolubile con il territorio e la comunità senese”, non spende neppure una parola (di indirizzo) su un piano industriale che mette a repentaglio il futuro di migliaia di lavoratori. Una Fondazione che annuncia la “cessione di azioni Banca Mps per una quota complessiva pari a circa l’1,41% del capitale sociale della Conferitaria, facente parte della quota del 2,85% iscritta nell’Attivo Circolante e libera da vincoli.” Motivando il tutto con “Tali vendite, che non produrranno impatti negativi sulla situazione economico-patrimoniale dell’Ente, sono state finalizzate esclusivamente alla costituzione di un adeguato livello di liquidità, in modo da salvaguardare l’equilibrio finanziario dell’Ente nel medio termine.”
Certamente oggi la cessione dell1,41% non determina nulla di particolare negli attuali assetti azionari e i 40 milioni di incasso servono solo per tirare a campare. Salvo che mettersi a vendere in proprio, mentre sta dando una delega in bianco a Profumo per l’individuazione di nuovi soci, in vista di quella ricapitalizzazione che diluirà sensibilmente il pacchetto azionario in mano alla Fondazione, significa dare per persa la battaglia per la difesa di quello che resta della senesità della Banca. Di quella senesità che solo poco tempo fa e solo per far piacere allo “sciovinismo retrò” di Ceccuzzi fu difesa oltre ogni logica, dissipando ingenti risorse e portando la stessa Fondazione al collasso. Di quella senesità di cui oggi, evidentemente, non ci si cura più e di cui, in attesa dell’arrivo dei nuovi soci, si cominciano a vendere pezzi consistenti.
E mentre si preannuncia la vendita dei piatti e dell’argenteria di famiglia, Mancini e Fondazione continuano a tacere anche in merito alle dichiarazioni del presidente Profumo pronto ad abolire quanto previsto dall’art.9 dello Statuto, ovvero il tetto del 4% del diritto di voto per azionisti differenti dalla Fondazione, nell’ambito della compagine azionaria di Banca Mps. Una modifica statutaria coerente con la richiesta di delega per l’aumento di capitale ma che indebolisce ulteriormente la Fondazione MPS cui, in qualità di socio, la legge attribuisce il potere di modificare lo Statuto della Banca.
Tutto ciò inoltre richiederà una nuova assemblea dei soci con conseguenti ulteriori costi.
FUTURO E LIBERTA’ Siena