SIENA. Si è chiusa alla presenza del coordinatore nazionale organizzazione del Pd Giuseppe Fioroni e del segretario regionale del Pd Andrea Manciulli la festa provinciale del Pd di Siena.
Molti i temi toccati nel corso dell’ultima iniziativa politica della Festa, che si è tenuta ieri sera (24 agosto): dal ruolo del Partito democratico all’opposizione fino agli impegni elettorali che nei prossimi mesi impegneranno i Democratici a tutti i livelli.
“Il nostro modo di fare opposizione – osserva Giuseppe Fioroni – ci chiede qualcosa in più: non vogliamo fare gli “urlatori” perché questo ci assolverebbe da avere una classe dirigente e una proposta politica di qualità. Il 25 ottobre, in occasione della manifestazione nazionale, non andremo in Piazza a Roma contro Berlusconi o contro il governo, ma con gli italiani che vogliono condividere con noi un progetto di Paese. Non è il momento di litigare al nostro interno – ha continuato Fioroni – non dimentichiamoci che abbiamo mandato il ‘bambino Pd’ alla guerra a soli sette mesi, cambiando la vita politica italiana e migliorando la qualità complessiva della democrazia. Chi non crede fino in fondo nel nostro progetto dovrà fare un passo indietro, perché questo partito non accetterà chi resta solo per occupare poltrone”.
Giuseppe Fioroni durante il dibattito, coordinato da Carolina Persi responsabile provinciale dell’organizzazione del Pd, ha poi raccontato il suo “sogno politico”. “Aspetto il giorno – ha detto – in cui la gente dirà ‘Io sono democratica, io sono democratico’, vivendo il partito come appartenenza, come condivisione di ideali. Non credo nel modello del partito leggero o liquido ma nell’identità e nella condivisione. Questo significa che le Feste, i circoli e tutti i momenti di partecipazione devono avere un valore eccezionale per il nostro partito”. Parole chiare Fioroni le ha espresse poi sulla necessità di un Congresso: “Non faremo il Congresso fin quando non avremo un Circolo in ogni Comune: il contributo dei territori è fondamentale, nei circoli si fa politica ma anche presenza pre-politica, si intercettano i bisogni e le necessità della gente”.
Contrario a una convocazione imminente del Congresso anche Andrea Manciulli, segretario regionale del Pd. “Adesso non abbiamo bisogno del Congresso. Io guardo piuttosto alla Conferenza programmatica del 7 e dell’ 8 novembre a Firenze, in cui il Pd toscano dovrà dire quale sono le sue idee per lo sviluppo della regione. Si avvicinano le elezioni in duecentoquindici comuni toscani su duecentottanta – ricorda Manciulli – e noi non dobbiamo presentare duecentoquindici candidati con idee diverse ma un'unica squadra con una chiara visione del profilo di crescita che vogliamo dare alla Toscana”. “C’è tanto lavoro da fare e noi dobbiamo incalzare il governo su tutte le scelte da prendere. Nel documento di programmazione economica e finanziaria per la Toscana non c’è niente di quanto concordato, a partite dalle infrastrutture: non abbiamo certezze sul completamento della Due Mari e dell’autostrada Tirrenica”. “Oggi – ha chiosato Manciulli – non possiamo perder tempo, dobbiamo lavorare solo sulle cose concrete perché anche la Toscana sia un laboratorio capace di esprima la ricetta del Pd per risolvere i problemi del Paese”.
Ultime battute su due temi caldi, le primarie e le alleanze, in vista delle elezioni. “Sono per le primarie – ha detto Fioroni – ma stiamo attenti a non farle diventare, più che uno strumento di costruzione, una sottrazione di quella fetta di partito che appoggia i candidati che usciranno perdenti dai confronti. Non isoliamo chi perde, non abdichiamo mai al dialogo interno e a chi la pensa diversamente. Il pensiero unico lasciamolo ai nostri antagonisti”. Convinto sostenitore della primarie è Andrea Manciulli: “Nel nostro territorio, in cui il legame con il partito è ancora solido e reale, le primarie hanno davvero un’importanza enorme perché ci permettono di eleggere la migliore espressione del territorio secondo i cittadini. Regaliamo un dibattito franco ed evitiamo le filiazioni con questo o quel leader a livello nazionale”. “Sulle alleanze – conclude Manciulli – l’idea di unirsi “contro” qualcuno è stata finalmente archiviata; oggi procediamo con chiarezza, le alleanze le costruiamo sul programma, dopodiché facciamo le primarie di partito insieme agli alleati, e non dopo”.
Nel corso dell’iniziativa politica sono saliti sul palco alcuni rappresentanti di Farfalle Rosse e dell’Udu per contestare e rimproverare all’ex ministro dell’Istruzione del governo Prodi i troppi tagli alla scuola promossi dall’esecutivo di centrosinistra. “La Festa è e deve essere anche questo – ha detto Simone Bezzini, segretario provinciale Pd – un luogo d’incontro e di discussione, ma sempre nel rispetto delle reciproche posizioni”.
Molti i temi toccati nel corso dell’ultima iniziativa politica della Festa, che si è tenuta ieri sera (24 agosto): dal ruolo del Partito democratico all’opposizione fino agli impegni elettorali che nei prossimi mesi impegneranno i Democratici a tutti i livelli.
“Il nostro modo di fare opposizione – osserva Giuseppe Fioroni – ci chiede qualcosa in più: non vogliamo fare gli “urlatori” perché questo ci assolverebbe da avere una classe dirigente e una proposta politica di qualità. Il 25 ottobre, in occasione della manifestazione nazionale, non andremo in Piazza a Roma contro Berlusconi o contro il governo, ma con gli italiani che vogliono condividere con noi un progetto di Paese. Non è il momento di litigare al nostro interno – ha continuato Fioroni – non dimentichiamoci che abbiamo mandato il ‘bambino Pd’ alla guerra a soli sette mesi, cambiando la vita politica italiana e migliorando la qualità complessiva della democrazia. Chi non crede fino in fondo nel nostro progetto dovrà fare un passo indietro, perché questo partito non accetterà chi resta solo per occupare poltrone”.
Giuseppe Fioroni durante il dibattito, coordinato da Carolina Persi responsabile provinciale dell’organizzazione del Pd, ha poi raccontato il suo “sogno politico”. “Aspetto il giorno – ha detto – in cui la gente dirà ‘Io sono democratica, io sono democratico’, vivendo il partito come appartenenza, come condivisione di ideali. Non credo nel modello del partito leggero o liquido ma nell’identità e nella condivisione. Questo significa che le Feste, i circoli e tutti i momenti di partecipazione devono avere un valore eccezionale per il nostro partito”. Parole chiare Fioroni le ha espresse poi sulla necessità di un Congresso: “Non faremo il Congresso fin quando non avremo un Circolo in ogni Comune: il contributo dei territori è fondamentale, nei circoli si fa politica ma anche presenza pre-politica, si intercettano i bisogni e le necessità della gente”.
Contrario a una convocazione imminente del Congresso anche Andrea Manciulli, segretario regionale del Pd. “Adesso non abbiamo bisogno del Congresso. Io guardo piuttosto alla Conferenza programmatica del 7 e dell’ 8 novembre a Firenze, in cui il Pd toscano dovrà dire quale sono le sue idee per lo sviluppo della regione. Si avvicinano le elezioni in duecentoquindici comuni toscani su duecentottanta – ricorda Manciulli – e noi non dobbiamo presentare duecentoquindici candidati con idee diverse ma un'unica squadra con una chiara visione del profilo di crescita che vogliamo dare alla Toscana”. “C’è tanto lavoro da fare e noi dobbiamo incalzare il governo su tutte le scelte da prendere. Nel documento di programmazione economica e finanziaria per la Toscana non c’è niente di quanto concordato, a partite dalle infrastrutture: non abbiamo certezze sul completamento della Due Mari e dell’autostrada Tirrenica”. “Oggi – ha chiosato Manciulli – non possiamo perder tempo, dobbiamo lavorare solo sulle cose concrete perché anche la Toscana sia un laboratorio capace di esprima la ricetta del Pd per risolvere i problemi del Paese”.
Ultime battute su due temi caldi, le primarie e le alleanze, in vista delle elezioni. “Sono per le primarie – ha detto Fioroni – ma stiamo attenti a non farle diventare, più che uno strumento di costruzione, una sottrazione di quella fetta di partito che appoggia i candidati che usciranno perdenti dai confronti. Non isoliamo chi perde, non abdichiamo mai al dialogo interno e a chi la pensa diversamente. Il pensiero unico lasciamolo ai nostri antagonisti”. Convinto sostenitore della primarie è Andrea Manciulli: “Nel nostro territorio, in cui il legame con il partito è ancora solido e reale, le primarie hanno davvero un’importanza enorme perché ci permettono di eleggere la migliore espressione del territorio secondo i cittadini. Regaliamo un dibattito franco ed evitiamo le filiazioni con questo o quel leader a livello nazionale”. “Sulle alleanze – conclude Manciulli – l’idea di unirsi “contro” qualcuno è stata finalmente archiviata; oggi procediamo con chiarezza, le alleanze le costruiamo sul programma, dopodiché facciamo le primarie di partito insieme agli alleati, e non dopo”.
Nel corso dell’iniziativa politica sono saliti sul palco alcuni rappresentanti di Farfalle Rosse e dell’Udu per contestare e rimproverare all’ex ministro dell’Istruzione del governo Prodi i troppi tagli alla scuola promossi dall’esecutivo di centrosinistra. “La Festa è e deve essere anche questo – ha detto Simone Bezzini, segretario provinciale Pd – un luogo d’incontro e di discussione, ma sempre nel rispetto delle reciproche posizioni”.