SIENA. Da Pier Paolo Fiorenzani riceviamo e pubblichiamo.
“Per tutto il tempo pre e post elettora le ho osservato un doveroso silenzio esterno. Ma nella Direzione e nell’Assemblea comunali PD, sono stato prodigo di proposte, sempre sistematicamente inascoltate seppure costruttive, disinteressate e basate sull’esperienza e sulla vasta conoscenza di problemi, fatti e persone. Gli anziani sono la saggezza e i giovani la forza, ripetevo. Invano. Ma delle due l’una: o la giovane dirigenza comunale si è sentita “nata imparata” e forte di suo nell’alleanza con la più “vecchia” componente orlandiana, oppure altri anziani, soprattutto esterni, sono stati più ascoltati di chi, come me, ha lottato negli organismi di partito. Basti l’esempio più recente. Nell’impostare il ballottaggio mi sono sgolato proponendo in Direzione un manifesto e depositandone una possibile bozza. Eccola: “REPUBBLICA / COSTITUZIONE / SIENA DEMOCRATICA – NO A DE MOSSI/ NO AD UN SINDACO CHE VA A ZONZO IN CITTA’ CON LA MUSSOLINI / VOTA E FAI VOTARE BRUNO VALENTINI”. Da discutere e perfezionare, ma poteva essere il filo conduttore di una campagna di ballottaggio difficile sì, ma che sapesse parlar e al sentimento, ovvero alla coscienza democratica di tanti elettori comunisti, democristiani, socialisti e laici, per farli tornare alle urne e quindi impedire, a pochi chilometri dal Monte Maggio, da Scalvaia e da Rigosecco, l’insulto del saluto fascista che abbiamo veduto nell’entrone del Comune la sera della vittoria risicata della destra.
La maggioranza della Direzione e dell’Assemblea ha invece preferito apparentarsi con la lista di Pier Luigi Piccini attaccata fino al giorno avanti e nata per sconfiggere il PD. Ha prevalso il cinico ragionamento dei numeri, dell’incallita matematica di potere, figlio esiziale della degenerazione politica sconfitta dagli elettori. Rimane difficile, ma non impossibile analizzare le diverse e convergenti pseudo logiche di tanto assurdo e improvviso pateracchio: benedetto a Roma e sostenuto all’interno del PD senese sia da qualche nostalgico picciniano che da quanti hanno forse puntato sotterraneamente al tanto peggio per dimostrare la loro imprescindibile essenzialità. Nonostante tutto, l’acquie scente Assemblea comunale piddina non si è ribellata nemmeno alla denuncia del sottoscritto e di altri del “diabolicum perseverare” in distruttiva arroganza nella nomina dei tre Reggenti politici, tutti di provenienza DS con caparbia esclusione dall’altra componente fondativa del PD ovvero della Margherita che, nonostante le larghe assenze feriali, ha espresso quattro voti contrari a tanto insensibile abuso. Hanno usato il refrain giurassico di scegliere un rappresentante per ogni lista residua dell’ultimo congresso comunale , che ormai è preistoria e dove – giova ricordarlo – il nostro invito a votare scheda bianca per protesta ottenne il 7%. dei voti nei Circoli. Tutto quanto – ho precisato – a prescindere dalla rispettabilità dalle Persone chiamate a risollevare il partito in città. Avrei continuato a tacere, ma gli amici hanno detto “ora basta”: abbiamo il dovere della verità verso iscritti ed elettori. Altro che sola corrente di Borgogni (leggi Ceccuzzi), restano fuori anche altri pezzi storici e consistenti di partito. Questi colpi stalinisti di potere invitano, purtroppo, al proliferare delle liste congressuali, anziché indurre a salutari scelte di nuova coesione”.