Finanziamenti alla scuola pubblica. "Il Governo dà risposte insoddisfacenti" dice Ceccuzzi

SIENA. “Una risposta del tutto insoddisfacente, che non annuncia provvedimenti per risolvere i problemi della scuola, né ripensamenti del governo sulla politica di tagli all’istruzione che ha dominato questi primi due anni di legislatura. Lo Stato non garantisce più il diritto allo studio sancito dalla Costituzione e i cittadini di Siena, che meritoriamente hanno preso l’iniziativa di mettere in mora i ministeri dell’istruzione e dell’economia, non hanno ancora avuto una risposta”. È il commento di Franco Ceccuzzi (Pd) dopo la risposta all’interrogazione presentata alcune settimane fa dal deputato senese ai ministeri dell’istruzione e dell’economia. “È stato giusto rappresentare le loro istanze in sede parlamentare perché chi partecipa alla vita pubblica e interloquisce con le istituzioni – prosegue Ceccuzzi – dev’essere sempre incoraggiato e sostenuto indipendentemente dalla condivisione dei contenuti che esprime”.
“Purtroppo – dice ancora il deputato democratico – la realtà delle scuole della provincia di Siena, come del resto del Paese, è ben lontana da quella rappresentata nelle parole del governo. Lo sanno i dirigenti scolastici, trasformati in fund raiser alla ricerca di risorse per garantire continuità all’attività didattica e per sostenere le attività complementari; lo sanno i genitori, molto spesso costretti a sottoscrizioni straordinarie per acquistare beni di prima necessità che mancano nelle scuole; lo sanno gli insegnanti, alle prese con difficoltà sempre nuove e sempre crescenti. Soprattutto i precari, come quegli insegnanti dell’ultimo ciclo Ssis che sono stati esclusi dal decreto salva-precari”.

“Ricorrendo a decreti-legge e voti di fiducia – continua Ceccuzzi – il Governo sta procedendo ad un effettivo ridimensionamento della scuola pubblica nel nostro Paese. Il taglio complessivo ai finanziamenti ammonta a 8 miliardi di euro e a 130.000 posti di lavoro, fra insegnanti e personale tecnico amministrativo. A questo si aggiungono la riduzione degli orari scolastici e il ridimensionamento dei contenuti e della qualità dei programmi didattici. La situazione finanziaria delle scuole è al collasso: gli istituti vantano crediti con il ministero dell’istruzione per circa un miliardo di euro. La legge di bilancio per il 2010 ha aggravato ulteriormente la situazione, tagliando le risorse volute dal governo Prodi con la Finanziaria 2007 per sostenere l'autonomia scolastica. Un ulteriore taglio di quasi 230 milioni di euro – conclude Franco Ceccuzzi – che colpisce la scuola dell'infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo e di secondo grado”.

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