Le segreterie di Siena e Grosseto contro i tagli e i sacrifici
SIENA. La recente vicenda che ha visto protagonista la Fondazione Monte dei Paschi fornisce lo stimolo per ulteriori approfondimenti e riflessioni. Il cambio ai vertici è infatti arrivato a seguito di un percorso sofferto, ma oggi la deputazione appena eletta si presenta con un volto nuovo e dunque anche rinnovata credibilità.
Ci auguriamo che lo stesso processo coinvolga per osmosi anche la banca. Dopo i disastri provocati dalla vecchia gestione e l’insediamento del nuovo managment, l’unica vera notizia sono stati i tagli e i sacrifici richiesti ai lavoratori. Sforzo che riteniamo coerente con un piano di rilancio che tarda però a mostrare i suoi frutti.
Un anno fa l’amministratore delegato Viola riteneva che uno spread a quota 250 avrebbe risolto gran parte dei problemi del Monte. Oggi invece fonti politiche, di matrice europea e non, suggeriscono nuovi interventi sui costi al personale. Rispediamo fermamente al mittente tali messaggi, nella consapevolezza che i dipendenti hanno già fatto il loro sforzo, che si è esplicitato non solo nei numeri in busta paga ma anche nel difficile confronto con la clientela tartassata dalle campagne stampa. A questo punto, così come avvenuto per la Fondazione, deve essere il vertice della banca a dimostrarsi in grado di cambiare il passo.
Continuare a pesare solo sui costi al personale, oltre ad essere strategia di scarsa fantasia e un’evidente ingiustizia sociale, non dà nessuna prospettiva futura al territorio di riferimento, né in termini di potenziali investimenti, né in termini di salvaguardia dei livelli occupazionali. Elemento quest’ultimo che dovrà da subito impegnare i vertici della nuova Fondazione, chiamata a dare segnali ben precisi sulla salvaguardia del posizionamento di Siena della Direzione Generale.
Più in generale se il Monte dei Paschi non recupera credibilità tornando a fare la banca tradizionale, come da vocazione storica, i tagli ai dipendenti allungheranno solo un’agonia inevitabile, senza risolvere di fatto alcun problema. Tanto meno risolutive possono essere iniziative estemporanee di parte sindacale che richiedano ulteriori sacrifici economici ai lavoratori, piuttosto sarebbe stato più apprezzabile e costruttivo tentare di sanare una frattura che non fa altro che rendere più deboli le parti sociali.
La Fiba di Siena e Grosseto preferisce investire sulla coerenza di un percorso che ormai giudichiamo essere giunto ad una fase matura. Dopo il disastro ci è parso condivisibile il percorso intrapreso da Sas aziendali e controparte, nell’ottica di un risanamento economico e di immagine. Adesso lo stesso senso di responsabilità dimostrato dal sindacato meno di un anno fa deve essere di ispirazione anche nella stesura e applicazione del nuovo Piano Industriale imposto dalla Bce. Del resto, come le parti sociali hanno ritenuto opportuno investire sui sacrifici, dando fiducia al nuovo management, così quest’ultimo dovrà ripagare quegli sforzi in termini di rispetto e serietà, gli unici elementi che rendono possibile il proseguimento di un percorso comune, che abbia come fine il bene del Monte dei Paschi, a garanzia della sua storia e del suo insediamento territoriale.
La Segreteria Territoriale FIBA /CISL Siena Grosseto