Nasce il "regiostar" che collega Firenze a Pisa

Di LEXDC SIENA
SIENA. La regione Toscana dal 13 dicembre renderà operativo un progetto chiamato “regiostar”: un abbonamento ferroviario regionale che usufruirà del potenziamento delle linee che collegano Firenze con Prato e Bologna da una parte, con Empoli e Pisa dall’altra, con l’introduzione di nuove corse. Il senso del progetto sarebbe quello di creare una “alta velocità regionale”, che nelle due tratte e sulla Chiusi-Firenze porterà alla soppressione di fermate nelle stazioni più piccole con disagi per i pendolari locali. Ci fa piacere sapere che si potrà andare da Firenze a Bologna in 70 minuti, e che l’ aeroporto di Pisa sarà accessibile dal capoluogo regionale in breve tempo, mentre i pendolari di Signa e Montelupo si dovranno arrangiare altrimenti, con strumenti che ancora non sono stati illustrati. Sono tuttavia insorti diversi consiglieri regionali bipartisan per perorare la causa della tratta Firenze-Lucca-Viareggio che viaggia su un solo binario (poverini!) ed versa in condizioni critiche.
Naturalmente il trasporto ferroviario che riguarda i problemi di mobilità della Provincia di Siena viene ancora una volta sistematicamente dimenticato. Era l’inizio degli anni ’80 quando si pensava di bypassare l’ansa di Rapolano Terme per sveltire la tratta Chiusi-Siena che, per soli 60 km, ha un tempo di percorrenza da terzo mondo. Ma da allora non si è fatto molto di più, le proposte sono di lentissima gestazione, Siena rimane con le sue quattro corse orarie di media nell’arco della giornata, come si può leggere nell’orario delle FFSS. Eppure l’arteria di comunicazione sembrò talmente importante alla città di Siena e alle sue istituzioni che nel 1851, appena inaugurata la tratta per Empoli, si mise mano alla costruzione arrivando nel 1859 a Sinalunga, nel 1860 a Torrita di Siena, nel 1862 a Chiusi! … e ancora la ferrovia per Orvieto e Roma doveva essere progettata, anzi, in ferrovia si andò prima a Grosseto via Monte Antico che nella Capitale del Regno.
I 61,7 milioni di euro che – sulla carta – la conferenza dei servizi sul nodo fiorentino dell’alta velocità aveva stanziato il 3 marzo 1999 sono rimasti inutilizzati, tanto che la Provincia di Siena, nell’aggiornamento del suo sito internet del 10 dicembre 2010 al riguardo, ricorda che il tutto è a livello di progettazione nelle mani di Rete Ferroviaria Italiana. Purtroppo nell’accordo mancavano l’indicazione della priorità delle opere e l’indicazione dei tempi di realizzazione, per cui non è previsto prima del 2011 (e saranno già passati 12 anni) di avere un’idea dei progetti delle opere di raddoppio ed elettrificazione pensati. Le sollecitudini espresse più volte negli anni dalla classe politica senese sembrano risuonare come mere dichiarazioni di principio senza alcuna sostanza. Forse, invece di baloccarsi con parole di circostanza verso un sistema di trasporto dal quale siamo completamente esclusi a livello nazionale e non solo regionale da oltre 30 anni di disinteressamento, sarebbe interessante farsi venire un’idea nuova, moderna ed ecologica per rilanciare la mobilità locale e di collegarla al resto del mondo. Senza parlare di faraonici aeroporti o di opere che, senza introiti a renderle economicamente autosufficienti, rimarrebbero nei secoli incompiute e inconcludenti.