La candidata a sindaco per il Centrosinistra, denuncia la mancanza di servizi sostitutivi degli ex ospedali psichiatrici e ipotizza un nuovo modo di operare
SIENA. “Non è la legge Basaglia sbagliata, ma la mancanza di risorse a determinare situazioni di rischio per gli operatori sanitari”. Anna Ferretti candidata sindaca per il Centrosinistra, dopo la drammatica aggressione alla dottoressa di Pisa deceduta a seguito delle ferite riportate, analizza la situazione senese, che non si discosta da quella nazionale. “Il personale sanitario ogni giorno affronta persone, non cattive, ma magari malate o esasperate, che riversano su di loro con violenza le inefficienze del sistema. Purtroppo c’è una falla importante nel nostro sistema sanitario, falla non dovuta alle leggi che ci sono, ma alle risorse, e forse anche alla disattenzione. Parlo della non applicazione ancora della legge Basaglia”.
L’abolizione degli ospedali psichiatrici avvenuta nel 1978, non è stata seguita dall’applicazione delle misure alternative per la cura della malattia mentale. “Io credo per l’esperienza fatta sia come volontaria, come cooperatrice, che come ex assessore – spiega Ferretti -, che non vada rivista ma applicata la legge. I manicomi andavano chiusi, non rispondevano più assolutamente ai bisogni per cui erano nati, non avevano nessuna funzione riabilitativa, ma la chiusura andava accompagnata da tipologie diverse di strutture intermedie che non sono nate. Purtroppo anche nei bandi del Pnrr sulla sanità e sul sociale non si prevedono accoglienze con valenza sociosanitaria per persone con disagio psichico. Vanno invece potenziate, accompagnate da servizi adeguati sociali e sanitari”.
“Il Centro di salute mentale è aperto tutti i giorni dal lunedì al sabato alle 13 a Siena – prosegue Ferretti -, ma poi non ha dove appoggiare situazioni, persone, che invece avrebbero bisogno di aiuto e assistenza. Non può essere un’attività demandata al volontariato, che può collaborare, può integrare e che, invece, spesso si trova da solo a rispondere a queste emergenze. Se c’è un TSO o un ricovero, quasi sempre, quando si arriva alla dimissione, non c’è chi è in grado di accogliere con competenza e professionalità le persone che superata la fase acuta, hanno bisogno di essere seguite giornalmente”.
“Su questi temi e su queste risposte mi attiverò fortemente – conclude la candidata sindaca del Centrosinistra -, perché ho visto troppe persone e famiglie soffrire per mancanza di risposte, perchè la malattia mentale non è uno stigma, ma una malattia come le altre che va curata e presa in carico, oltre che con le terapie farmacologiche anche con socialità, lavoro, accoglienza, non lasciando solo né il malato né la sua famiglia come sta accadendo. Se nella Società della salute senese i Comuni sono concordi, e credo che lo siano, possiamo provare insieme alla Asl, agli operatori dei servizi della Salute mentale, al Terzo settore a creare risposte efficaci ed efficienti per chi ha bisogno e per tutto il territorio”.