Il deputato prosegue: "Siamo fermi sulla proposta che prevede la nazionalizzazione della banca e il suo commissariamento"
![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/originali/1356022162392.jpg)
SIENA. I sindacati dei dipendenti hanno bocciato l’accordo quadro promosso dai vertici del Monte dei Paschi e anche la Lega Nord è contraria a quello che definisce essere un piano di esternalizzazioni che è «l’anticamera del licenziamento». Sulla vicenda MPS interviene ancora una volta l’On. mantovano del Carroccio Giani Fava, il quale segue da tempo l’evolversi della situazione: «Un accordo che prevede: 1.100 esternalizzazioni tramite la costituzione di un apposito ramo d’azienda per il Back Office, il quale poi sembra voler essere ceduto, come deciso dall’Assemblea degli azionisti; l’ utilizzazione delle prestazioni del “Fondo di Solidarietà” per l’uscita di 1000 lavoratori; una contrattazione di secondo livello che non va certo in aiuto dei lavoratori; significa non voler fare né gli interessi dei lavoratori, né quello della città di Siena e della sua Fondazione. Ormai la Banca ed il destino dei lavoratori è in mano al tandem Viola – Profumo, voluti e nominati dal Partito Democratico.»
Il piano di esternalizzazioni ha già registrato la contrarietà delle sigle sindacali FISAC/CGIL, UNISIN, DICREDITO e SINFUB. Adesso si attende il responso dei lavoratori, i quali dovranno pronunciarsi nel merito dell’accordo, attraverso la pratica del “voto certificato”, come stabilito dal contratto collettivo nazionale.
« È come se Schettino fosse promosso armatore e decidesse di licenziare i marinai» chiosa l’On. Fava «Crediamo che non sia accettabile qualcosa di così paradossale. Nell’interesse dei lavoratori del Monte dei Paschi e delle loro famiglie, la Lega Nord è sempre stata ferma sulla proposta che prevede la Nazionalizzazione della Banca, come avvenuto per la Royal Bank of Scotland in Inghilterra, ed il conseguente commissariamento della stessa. È assolutamente ingiusto che i lavoratori paghino per chi ha sbagliato e si trovino dinanzi accordi che porteranno a risparmi minimi.» L’accordo porterebbe un risparmio stimato di 25 milioni di euro in due anni, a fronte però di aiuti di stato per 3,9 miliardi di euro, che ammontano al doppio della sua capitalizzazione attuale in Borsa. «Deve essere chiaro a tutti i lavoratori – conlcude il deputato leghista – che le esternalizzazioni altro non saranno che l’inizio di un processo che si concluderà con un futuro licenziamento.»