“La crisi economica seguita al Covid19 rende il sistema regionale più vulnerabile"
MONTERONI D’ARBIA. “La magistratura e le forze dell’ordine non possono essere lasciate sole nel contrasto alle mafie, è necessario coinvolgere la cittadinanza e rafforzare il ruolo attivo della politica locale, dai Comuni alla Regione. Occorre strutturare un sistema di lotta permanente che impegni in modo organico anche le istituzioni e il mondo dell’associazionismo. Per questo chiediamo che all’inizio della prossima legislatura sia immediatamente costituita una Commissione regionale per il contrasto alla criminalità organizzata”. L’ha affermato il candidato presidente della Regione per Toscana a Sinistra Tommaso Fattori davanti alla tenuta di Suvignano, tra i comuni di Monteroni d’Arbia e di Murlo in provincia di Siena, devastata da un incendio di presunta natura dolosa nei giorni scorsi. “Questo è il più importante bene confiscato in Toscana a un imprenditore legato a Cosa Nostra, un simbolo della lotta alle mafie e alla criminalità organizzata. Mafie che fanno affari riciclando i propri soldi anche in Toscana. La Procura di Siena ha aperto un’indagine per rogo doloso, se il dolo fosse confermato sarebbe un fatto di assoluta gravità perché si tratterebbe del primo avvertimento intimidatorio di questo genere al di fuori delle regioni di origine delle mafie”.
La visita di Fattori avrebbe dovuto svolgersi all’interno della tenuta ma all’ultimo momento è stato impedito l’accesso alla delegazione di Toscana a Sinistra guidata dal candidato presidente. “E’ grave e incomprensibile che una struttura regionale gestita da Ente terre impedisca l’ingresso ad un consigliere regionale in carica, su ordine impartito da Firenze, senza alcuna spiegazione plausibile”.
Fattori si è detto estremamente preoccupato anche per l’allarme lanciato appena un mese fa dalla Fondazione Antoninio Caponnetto, secondo la quale la Toscana rischia oggi più che mai di essere divorata dalla Mafia. “Sappiamo che sul territorio dell’area metropolitana fiorentina sono presenti gruppi riconducibili alle famiglie mafiose siciliane, calabresi e campane e gruppi criminali di nazionalità straniera, – ha aggiunto Fattori -. E sappiamo che negli ultimi anni ci sono state operazioni al porto di Livorno che hanno dimostrato l’interesse della ‘Ndrangheta, che lo utilizza per i suoi traffici”. “Dobbiamo vigilare oggi più di prima su tutti i fenomeni legati alla criminalità organizzata, dallo sversamento dei rifiuti alle nuove acquisizioni immobiliari nei centri cittadini, che colgono l’occasione offerta dalla crisi economica per riciclare denaro e penetrare il tessuto economico sano della nostra regione. Nè dobbiamo dimenticare che lottare contro la criminalità significa anche contrastare con tutti i mezzi il caporalato, assai diffuso anche in Toscana”. “La Regione non può limitarsi ai controlli, deve anche sostenere le filiere produttive virtuose dove al rispetto dell’ambiente si associa il rispetto del lavoro. Giustizia ambientale e giustizia sociale devono andare di pari passo”, ha concluso Fattori.