"Da gennaio obblighi di servizio: qui ci ha condotto la mastodontica e insensata gara unica regionale”
FIRENZE. “Abbiamo avversato il processo di privatizzazione del servizio di trasporto pubblico locale e denunciato per tempo i rischi di una gigantesca gara unica regionale da 4 miliardi di euro, con 5500 lavoratori coinvolti. Abbiamo denunciato l’insensatezza di un ambito territoriale ottimale regionale unico, che è tutto fuorché ottimale, considerate le molte differenze dei nostri territori”, così esordisce in Aula il capogruppo di Sì Toscana a Sinistra, dopo la comunicazione dell’assessore Ceccarelli sul TPL richiesta dal Consiglio su proposta di Sì Toscana a Sinistra.
“Mi pare ormai evidente che la gara unica si è dimostrata un fallimento. Adesso la Regione si adoperi per assicurare un servizio fondamentale come il trasporto pubblico in tutta la Toscana, malgrado il caos in cui siamo precipitati”, contunua Fattori.
“Giusto un mese fa il Consiglio ha bocciato la proposta di Sì Toscana Sinistra che chiedeva alla Giunta di non procedere all’affidamento definitivo della concessione del TPL ai francesi di Autolinee Toscane, in attesa della sentenza del Consiglio di Stato. Avevamo infatti scoperto, quasi per caso, un cronoprogramma che avrebbe fatto partire da metà novembre la liquidazione delle attuali 12 società gestrici del TPL. Procedere all’affidamento avrebbe provocato ulteriori ricorsi, danni patrimoniali, gravi problemi per il servizio in caso di sentenza avversa per Autolinee Toscane o in caso di annullamento della gara da parte del Consiglio di Stato”.
“Adesso l’Assessore chiarisce che avevamo ragione noi e si rimangia il suo stesso cronoprogramma, rinviando di trenta giorni il trasferimento di beni mobili e immobili e del personale delle 12 società ad Autolinee Toscane. E chiarisce che occorre attendere la sentenza prima di procedere all’affidamento definitivo, come è logico che sia”, continua Fattori.
“Questo è un passo avanti, ma è anche l’ammissione che evidentemente non andava tutto bene, altrimenti non vi sarebbe stata l’esigenza di modificare il cronoprogramma. Resta però un nodo di fondo, poiché tutti sappiamo che difficilmente la sentenza del Consiglio di Stato giungerà entro dicembre, dunque Ceccarelli sta solo cercando di rinviare la soluzione del problema. Invece è bene ragionare fin da ora di quale sia il piano B, ossia di come garantire il servizio di trasporto pubblico locale a partire da gennaio 2020 in assenza di una sentenza definitiva. Torchiato, l’assessore ci ha risposto che non c’è altra strada, da gennaio, che procedere con obblighi di servizio. Senza dubbio è così, ma è bene ricordare che a questo punto ci ha condotti la mastodontica e insensata gara unica regionale”, ha concluso Fattori.