Torna ad affacciarsi la possibile cessione del Consorzio Operativo (COG) del gruppo Monte dei Paschi di Siena dopo le smentite di inizio anno
FIRENZE. “Ma qualcuno pensa davvero che il rilancio di MPS passi attraverso il continuo e lento smembramento della Banca e attraverso inarrestabili processi di esternalizzazione, pagati interamente dai lavoratori?”, si domanda Tommaso Fattori, capogruppo di Sì Toscana a Sinistra in Consiglio regionale. Torna infatti ad affacciarsi la possibile cessione del Consorzio Operativo (COG) del gruppo Monte dei Paschi di Siena, azienda in house di proprietà di MPS che conta 870 dipendenti, dopo le smentite di inizio anno. Il COG è la struttura di MPS incaricata della gestione dei processi IT (Information Tecnology), ossia della gestione dei sistemi informativi e dei relativi servizi.
“La Regione prenda parola nella trattativa avviata fra MPS e WRM e faccia tutto il possibile per impedire l’esternalizzazione del COG. L’obiettivo prioritario è la tutela dei posti di lavoro e di quel patrimonio collettivo, economico e professionale che continua ad essere Mps”, spiega Tommaso Fattori illustrando la mozione in merito presentata da Sì Toscana a Sinistra.
Lo scorso 9 novembre Mps ha annunciato di aver individuato WRM come partner unico in una trattativa che potrebbe portare all’esternalizzazione della gestione dei sistemi informativi di MPS. “WRM è un fondo di investimento con sede in Lussemburgo, e questo dice già tutto. L’allarme dei lavoratori del COG, ad oggi dipendenti a tutti gli effetti di Mps, è purtroppo fondato. Qualora l’operazione andasse in porto, sarebbero a rischio i loro posti di lavoro, con enorme danno per queste persone e per il territorio toscano e senese, che ne risulterebbe ulteriormente impoverito” infatti degli 870 dipendenti distaccati nel COG, più di 300 sono nella sede di Siena e quasi 200 nella sede di Firenze, per cui il rischio occupazionale in Toscana è di 500 posti di lavoro, senza considerare l’indotto di alcune centinaia di persone, in gran parte residenti in regione..
“Circa cinque anni fa – ricorda Fattori – MPS ha già esternalizzato i servizi ausiliari, contabili e amministrativi di back office ad una società mista del gruppo fiorentino Bassilichi e della multinazionale irlandese Accenture, con accensione di un contratto di servizio di 18 anni. Un’operazione che ha dato risultati assai discutibili e dalla quale Bassilichi è recentemente uscita. Nonostante gli allora 1.100 dipendenti fossero stati trasferiti con la rassicurazione che avrebbero mantenuto il contratto dei bancari, le cose sono andate diversamente. In conseguenza di tutto questo sono state avviate ben 700 cause con la richiesta di reintegro sul posto di lavoro in MPS. Oggi siamo ancora in tempo per evitare che si ripeta un simile disastro”.
“La Regione Toscana, dopo aver seguito in passato la complessa vicenda del Gruppo Monte dei Paschi e dopo aver avviato in Consiglio regionale una specifica Commissione di inchiesta, non può restare a guardare”, conclude Tommaso Fattori.