Il coordinatore del movimento preannuncia decisioni importanti e definitive nell'azione politica. E non fa sconti
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Una realtà politica che conta su una storia lunga cinque anni; una origine che risale al tempo della “scoperta” del Sistema Siena e alla presa di distanze, dichiarata apertamente o solo accennata, messa in atto da politici più o meno qualificati, da terze e quarte file interne ai partiti tradizionali, da figure di rottura ante litteram.
In quei tempi confusi, Siena Cambia (si chiamava così) nasceva. Nasceva da uomini e donne critici nei confronti del partito di maggioranza, da una piccola cellula di iscritti Pd dichiaratamente contro l’allora dirigenza interna, con il chiaro obiettivo di fare da pungolo per una autocritica e, conseguentemente, per promuovere una svolta “morale” interna ed esterna alla politica locale. Il gruppo scelse come candidato sindaco da sostenere e appoggiare, Bruno Valentini, Pd, sindacalista della banca, ex sindaco di Monteriggioni. Su di lui venivano racchiuse tutte le speranze di cambiamento. Le sue belle parole, recitate durante le primarie Pd e poi dopo, fino a qualche settimana prima delle elezioni, avevano convinto. Sembrava il giusto uomo di passaggio tra un passato da condannare e un futuro da ricostruire. Diventato sindaco si è subito compreso che ogni speranza sarebbe stata disattesa. Il gruppo ha subito due “fuoriuscite” di peso (Laura Sabatini e Alessandro Trapassi, i più votati in lista e in “quota Monaci”) e poi ha dovuto “ingoiare” una serie di smargiassate della maggioranza in nome di una unità amministrativa che potesse garantire la tenuta del mandato…
Poi, il cambio del nome (Siena Attiva) nel 2015 e la scomparsa del sindaco dal logo. Da quel momento sono cominciate le critiche aperte al Primo Cittadino; un malcontento palese è stato sempre più chiaramente espresso dal direttivo del movimento e, a tratti, anche dai tre consiglieri rimasti in maggioranza. Fino al 6 giugno 2017, data della conferenza stampa durante la quale il gruppo ha dichiarato di essere pronto a prendere anche strade diverse. Uscire dalla maggioranza: una decisione che aleggiava da tempo e che pare si sia concretizzata in un incontro interno che si è tenuto venerdì scorso. La decisione non è stata ancora ufficializzata ma appare sempre più concreta via via che si succedono i confronti.
Francesco Fasano, coordinatore del movimento, esprime chiaramente la delusione per l’andamento del mandato amministrativo firmato da Valentini.
“Abbiamo immediatamente segnalato il mutato atteggiamento di Valentini. Dal punto di vista politico si è “buttato in bocca” a quelli che, fino a quel momento, avevamo pensato di combattere tutti insieme. Ha appoggiato e stretto rapporti con personaggi che avevamo pensato di osteggiare per tutelare il bene della città. Questo suo “mutato atteggiamento” non ha mai avuto ripensamenti, malgrado i nostri richiami alle basi del nostro impegno politico: lo dimostrano le sue azioni soprattutto sul fronte delle nomine nelle partecipate. Nessun rinnovamento nella “logica” delle nomine… a volte neppure nei nomi dei nominati! Nell’azione amministrativa, dopo i primi due anni di “sacrifici” per mettere in sicurezza i conti del Comune, il percorso avrebbe dovuto prendere una nuova strada: la strada del rilancio della città, magari con un rimpasto di Giunta che potesse garantire l’impegno di personaggi più capaci e competenti. Il fatto che questa amministrazione non abbia progetti a medio-lungo termine è la dimostrazione palese del fallimento: Bene l’azione sui conti del Comune ma l’inattività che ne è seguita non è accettabile”.
Crede sia stata questa vostra azione critica nei suoi confronti a portarlo ad uno stridente silenzio tutte le volte che il vostro gruppo veniva osteggiato, ignorato, criticato, invitato allo scioglimento, dai rappresentati del Pd?
“Credo che questo suo comportamento derivi solo dalla scarsa considerazione che Valentini ha riservato a chi gli ha permesso di coprire l’incarico di sindaco. Abbiamo capito che non c’era quella condivisione dell’azione amministrativa, come pure lui aveva garantito durante la campagna elettorale del 2013. Noi abbiamo cercato di tenere fede al nostro impegno nei confronti degli elettori ma ci siamo accorti che la nostra buona volontà non è stata ripagata; che il nostro “ingoiare rospi” non ha aiutato ad un cambio di rotta. Il partito di maggioranza non ha mai tentato di instaurare un reale o effettivo confronto con Siena Attiva, come pure doveva essere, almeno sulla carta. Credo che si sia raggiunto oggi, lo stato di saturazione che ci porterà, al rientro dalla pausa estiva, ad una attenta riflessione interna e a decisioni importanti”.
Le decisioni che prenderete riguarderanno anche i rapporti con il vice sindaco Mancuso?
“Mancuso è sempre stato la nostra proiezione in Giunta. Abbiamo sempre appoggiato con convinzione i progetti innovativi da lui sostenuti e spesso resi meno efficaci da un inspiegabile “isolamento”. Lui è un iscritto di Siena Attiva ma questo non influisce in modo determinante sull’azione e sulle scelte del gruppo dirigente. Mi sento di ribadire che Siena Attiva resta un movimento civico puro e quindi non vicino ad alcun partito, compreso Articolo 1, che vede impegnato Mancuso a livello nazionale. Non intendiamo fare da stampella a nessuno tanto che, al nostro interno, abbiamo deciso e sempre rispettato la norma di non dare posizioni negli organi dirigenti ad alcun rappresentante ufficiale di partito. Neppure posso dire che l’iscrizione di Mancuso ad un partito “tradizionale” sia una “eccezione”: il nostro gruppo si è sempre distinto per il suo essere inclusivo. Abbiamo avuto iscritti ad altri partiti e, contemporaneamente, aderenti al nostro progetto civico locale e non ci siamo mai sentiti per questo meno autonomi. Riconosco che, con l’avvicinarsi della campagna elettorale, ci potranno essere dei dualismi da risolvere. Sono sicuro che li risolveremo senza compromessi alla nostra coerenza e trasparenza.”
Come pensa che i senesi percepiscano i mutamenti messi in atto da Siena Attiva?
“Penso che i senesi abbiamo condiviso e quindi compreso perfettamente la delusione nella quale siamo incappati. Credo abbiano anche compreso il nostro sforzo volto ad avanzare proposte, a promuovere iniziative, a chiedere insistentemente al sindaco un cambio di passo sul fronte politico e su quello amministrativo. Tutto questo rimanendo parte di una maggioranza che più volte ha disconosciuto il nostro ruolo. Siamo stati spesso “detonati” da promesse di ripensamento e dai “faremo”. La nostra ingenuità politica ci ha indebolito ma adesso, dopo qualche anno di esperienza, abbiamo compreso che le azioni dei politici fanno la differenza. Le parole spesso sono le stesse”.
Come vi preparate alle prossime elezioni? Mi pare di capire che non sosterrete Valentini nella candidatura al secondo mandato…
“Non sopporto l’attività preferita dai politici in questi ultimi tempi: quel “vendere al miglior offerente” o al “presunto vincente” il pacchetto di voti che si crede di poter garantire. Non sopporto neppure lo scommettere sul simbolo che probabilmente vincerà, con l’unico scopo di preservare il meccanismo di potere partecipando in prima persona o tramite mandatari. Preferirei, ma so che parliamo di “idee”, deporre i simboli e cominciare a dialogare intorno ai progetti, nella maniera più partecipata possibile. Circa Valentini, direi che la nostra esperienza comune si è esaurita”.
Sta pensando forse alla “federazione di liste civiche” che aleggia in città come una proposta possibile al fine di riunire una valida opposizione al partito di maggioranza?
“Non precludo il dialogo e il confronto con nessuno e non scarto alcuna possibile ipotesi purchè realistica. Del resto, una proposta del genere, era stata avanzata da noi durante la conferenza stampa di giugno. In quella occasione lanciammo una “sfida di metodo” rivolta al mondo civico ed avevamo proposto una serie di punti da condividere. Il più importante riguardava la sottoscrizione, con vincolo di mandato, del programma amministrativo, da parte di candidato sindaco e candidati consiglieri; avevamo proposto un organo di controllo super partes, ed un percorso partecipato sia per l’individuazione del candidato sindaco (ovvero le primarie) sia per la stesura del programma. Non so ancora se questo sarà un percorso possibile ma Siena Attiva è pronta a fare la sua parte. Il nostro obiettivo resta ancora il rinnovamento e questa volta non siamo disposti ad accettare compromessi”.