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"Proprio quei lavoratori che negli ultimi sei anni hanno subito ben tre tentativi (falliti) di rilanciare l’azienda, tentativi che attraversando orizzontalmente l’azienda con l’avvicendarsi di ben quattro amministratori delegati, tre direttori tecnici e varie figure all’interno della struttura dirigenziale hanno prodotto un’inarrestabile emorragia di posti di lavoro ( 240 in meno negli ultimi 6 anni) e un ridimensionamento massiccio della capacità produttiva in termini di qualità e di quantità…". Questo l'amaro commento della Rsu dell'ex Calp.
"Un progressivo abbassamento degli obbiettivi di budget tale da obbligare l’azienda a mettere in discussione tutta la propria struttura produttiva e la forte incapacità della struttura commerciale a raggiungere quegli obbiettivi minimi utili a garantire la sopravvivenza di un’azienda come RCR hanno definitivamente ipotecato il futuro della cristalleria di Colle di Val d’Elsa – commentano ancora amaramente i sindacati e proseguono nel "racconto" – Infine, il 1° luglio 2007, un riassetto societario indispensabile a garantirne la sopravvivenza ha prodotto un sofferto accordo che avrebbe dato all’azienda, se utilizzato, tutti gli strumenti per essere oggi, a distanza di due anni, in condizioni economiche e organizzative utili alla ripresa. Purtroppo non è andata affatto così… oggi, infatti, a ben 6 anni dall’inizio della crisi, si decidono le sorti di RCR affidandosi ancora una volta ai lavoratori… a ben 220 lavoratori, dei 500 che sono in azienda, il cui sacrificio è, secondo il piano di salvataggio proposto dalla società, una condizione ineludibile per ridare equilibrio al conto economico di RCR".
La Rsu della Calp si ribella a queste nuove decisioni che pesano sul futuro dei dipendenti dell'azienda e chiede che, dopo aver fatto ripetutamente ricorso a cassa integrazione, procedure di mobilità e contratti di solidarietà ci si fermi a discutere "degli ingiustificati privilegi presenti in azienda (un milione e duecentomila euro di liberalità aziendali a favore di un numero ristretto di dipendenti ne sono l’esempio) e delle responsabilità individuali nella gestione di un’azienda che rischia la chiusura".
Il primo punto da risolvere è trovare il modo per evitare la chiusura ed anzi mantenere il posto di lavoro per tutti i dipendenti ma, subito dopo questo punto occorre affrontare quello dei "privilegi e delle responsabilità – scrivono i sindacati -unico modo, secondo noi, per discutere di un’azienda che voglia veramente creare le basi per la continuità e non per un ennesimo allungamento dell’agonia".
Intanto, giunge voce che la "caduta" della Rcr ex Calpo stia incidendo anche su aziende ad essa direttamente collegate. UN fatto che peggiora, se possibile, il quadro generale della crisi in Valdelsa.
La Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria è la procedura scelta anche dall'azienda compartecipata Elsatec di Colle, che produce stampi per vetro e cristallo e conta 24 lavoratori.
I lavoratori riuniti in assemblea, successivamente all’incontro avuto ieri (17 giugno)con la Direzione aziendale, intendono informare l’opinione pubblica della decisione assunta dalla Direzione, che interesserà circa il 50% dei lavoratori, anche se fino al mese scorso sono stati fatti straordinari e turni per l'eccessiva quantità di lavoro pervenuta in azienda a seguito di ordini emessi da parte della R.C.R.
La R.S.U. dell’Azienda ELSATEC, unitamente alla FIOM-CGIL di Siena, esprime forte preoccupazione per il futuro dei lavoratori e per l’attività aziendale ed auspica una soluzione positiva della vertenza in atto.