E lo sport di Siena sarà stile-Real?
![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/originali/cut1299609868828.jpg)
di Enrico Campana
SIENA. Il direttore del Cittadino mi consente assoluta libertà di esprimere la mia opinione su tutto quello che ritengo utile e interessante, mi si conceda dunque intromettermi in questa pugna elettorale del dopo-Cenni. Intanto, fra il serio e il faceto mi chiedo: esiste un’evoluzione antropologica dei sindaci, e come si palesa?
Per questa domanda, ovviamente, mi punisco subito con un 5, giusto voto per la mia boutade, come fa spesso su “Cattivi Pensieri” Gianni Mura, un amico fin dai tempi della Gazzetta dello Sport del mitico Gualtierino Zanetti che, voglio ricordarlo, seppe tenere miracolosamente in piedi, senza un vero editore, la rosea senza il marketing e la pubblicità
Non è però del tutto idiota, forse, la mia domanda. I sindaci sono oggi soggetti a paralisi dovute alla burocrazia, alle fronde localistiche mascherate (battaglie per l’ambiente), alla ragion economica di Stato (decreto Tagliaspese, Patto di Stabilità, etc). Spesso si ritrovano alla fine dei quattro anni col cerino in mano, senza poter realizzare un progetto organico, costretti a occuparsi delle toppe delle strade, delle migliaia di piccole iniziative, feste, festicciole, magna magna, ad ascoltare i questuanti che la vogliono cotta e la vogliono cruda.
Ho letto un’opinione di un collega occupatosi di giornalismo parlamentare, che condivido. in Toscana fra partito di maggioranza e opposizione c’è da anni una forbice immutabile, che non si chiude di un millimetro. Gli amministratori fanno i politici per professione, i loro oppositori fanno politica nel dopo-lavoro, questo l’assunto. E’ come una partita della Mps Basket contro la miglior squadra della A dilettanti, supponiamo la Virtus Basket. Non c’è storia.
Il federalismo fiscale, adesso, rende però necessario spostare il baricentro della scelta sullo specifico di una politica amministrativa rigida, magari per evitare un aggravio ulteriore di tasse. In Italia le riforme, anche quelle nate appositamente per far fiatare i cittadini, alla fine finiscono per diventare nuove gabelle, e mi permetto di suggerire a chi andrà a votare il 15 di maggio, di informarsi prima di tutto su quale sia il profilo del candidato in quanto “rigoroso amministratore”,e approfondire il suo programma, e costringerlo infine a firmare un patto pubblico, tipo quello spettacolare sottoscritto da Berlusconi con gli italiani. Magari più serio: con la postilla di una verifica a medio termine, e una rinuncia tassativa a un secondo mandato – che nella maggior parte dei casi oggi serve solo ad allungare il brodo – nel caso si sforassero certi parametri di spesa, tasse, servizi, gradimento dei cittadini.
A volte bisognerebbe tornare indietro, ma l’Italia non sa autoregolarsi, pensa sempre allo stellone e al Tesoretto, salvo poi continuare a prendere botte tremende, come non bastasse quella dei tempi fra Amato e Prodi, quando la moneta perse la metà del suo valore. E la colpa venne attribuita all’euro.
Una lettura interessante, per una riforma in ambito territoriale, sarebbe quella di riprendere certi capitoli del Constituto, di cui il Comune ha celebrato la nascita e l’impatto sociale e civico di questa Magna Charta senese. Sarebbe però doveroso rileggere anche certi capitoli ai tempi della Signoria, e ancor prima nel Duecento. I pubblici am
![](http://demo.wpseo.it/ilcittadinoonline_it/wp-content/themes/cittadino-online/images/apiceSx.jpg)
![](http://demo.wpseo.it/ilcittadinoonline_it/wp-content/themes/cittadino-online/images/apiceDx.jpg)
I pubblici amministratori dopo 2 anni dovevano andarsene. Il turn over evitava certi rischi, certe tentazioni…
ministratori dopo 2 anni dovevano andarsene. Il turn over evitava certi rischi, certe tentazioni. E lo sa bene Dante che andò in esilio non riuscendo a giustificare alcuni possessi sospetti. Solo in casi straordinari, di guerre, scattava la conferma per un secondo mandato.
Sono stato all’inaugurazione dei due nuovi tesori del Santa Maria della Scala, a disposizione da pochi giorni dei visitatori nei sotterranei del Fienile e la Corticella. Si tratta del restauro dei marmi di Jacopo della Quercia per Fonte Gaia, che torneranno al loro posto sul Campo fra 15 anni e la grande ricchezza (gemme, reliquari, etc) acquistata da Costantinopoli nel Trecento. Completato il primo decennio di investimenti per trasformare l’ex Ospedale del Mille in un Polo Culturare, si parte per il 35 per cento rimanente degli spazi.
Questa è la nostra Fabbrica del Sapere, così l’ha definita il sindaco Maurizio Cenni nello stilare un bilancio di 1,2 milioni di spettatori, 100 mostre oltre a convegni, seminari e altre attività. “Un progetto da far tremare i polsi”, ha confessato il buon sindaco, lasciando una traccia e un messaggio al successore. Cultura e sapere uguale economia, l’ex ospedale che ormai tutti conoscono come il Santa Maria della Scala ha di fronte a sé un grande futuro, soprattutto se declinato col progresso tecnologico e nei trasporti, per cui forse dire no bruscamente ad Ampugnano potrebbe essere prematuro. Vale la pena limitare grandi afflussi, soprattutto con lo stallo dell’aeroporto di Firenze? Meglio concentrarsi però, in senso lato e ragionato, sulla cultura e sullo spettacolo piuttosto che su attività panem et circenses. che non raggiungono né mai raggiungeranno i flussi che citava Cenni e che possono essere moltiplicati per 2 o per 3 con una politica di trasporti, pensando al potenziale dell’operazione SMS.
Mancando il brivido della Primarie, l’onorevole candidato democratico – mi segnalano – avrebbe già fatto mosse. Pollice verso per l’allungamento dell’Aeroporto di Ampugnano e al nuovo stadio con annesso Palasport da10 mila posti. Difficile scalfire la soglia di quel 55% di consensi minimo che ha consentito al Pd senese di navigare al di sopra di qualsiasi tempesta politica, certo il Premier dell’ottimismo prova a conquistare con un blitz, la città del Buongoverno, dopo che il suo potente Proconsole ci aveva provato anni fa con una testata dalle (finte?) velleità giacobine. Ecco giocare la carta di Alessandro Nannini, forse più per spaccare la città, come è accaduto a Firenze con l’ex portiere milanista Galli L’operazione, favorite dalle Primarie Open, nel senso che l’elettorato sembra non avesse tracciabilità, un successo l’ha avuto. Matteo Renzi passerà alla storia per essere il primo e unico sindaco PD ad aver varcato i ben noti cancelli di Arcore, ancor prima come il Grande Rottamatore mentre per il resto, il bilancio definitivo fra due anni.
Lo sport d’alto livello rischia qualcosa?. Non credo, continuerà ad essere un lusso per Siena, magari più ragionato e privatizzato. Le due squadre professionistiche hanno ormai un potenziale per marciare con le loro gambe, il calcio da tempo è gestito da imprenditori che vengono da fuori (Roma), il basket dovrà ricorrere a una situazione analoga. E non è detto che nasca una Siena Sport Public Company stile Barcellona o Real Madrid. Questo sarebbe stato il motivo dell’incontro post-derby Siena-Livorno di calcio fra Gianni Petrucci e il presidente della Mens Sana Spa. Superate i due le divisioni sorte alla fine del 2009, si sono trovati a cena da Tullio-Tre Cristi per esplorate, sembra, la realizzazione della Cittadella dello Sport, per cui con l’aiuto del Credito Sportivo, come per Claudio Sabbatini per l’Arena di Casalecchio, e la benedizione del presidente del CONI, amico di Mezzaroma, sorgerebbe il nuovo complesso sportivo nelle terre d’Arbia. Un Nuovo Stadio per la Robur e un Palasport da 11 mila della Mens Sana, magari con l’opzione della piscina. I terreni ce li mette il Comune, questo progetto era già cullato dall’ex sindaco Piccini in odore di Monte ai tempi della liason con la Snai, Cenni l’ha stoppato per la crisi economica essendo scontate altre priorità. Al proposito Mezzaroma, il presidente del calcio, sarebbe stato fin troppo chiaro: “signori, mica sono venuto a Siena per cambiare aria..”.
encampana@alice.it