"Lascio la guida del PD al momento dell'insediamento del nuovo Governo"
ROMA. Alle 17 di oggi (5 marzo), Matteo Renzi si è presentato alla sede di Roma del Partito Democratico e ha rilasciato le prime dichiarazioni dopo le elezioni. Le urne non hanno dato l’esito sperato al PD, che ha subito una brutta sconfitta e si avvia sotto il 20%, un dato che nemmeno i più pessimisti si aspettavano. Si è parlato delle dimissioni possibili di Renzi dal ruolo di segretario PD, prima ufficiose e poi smentite dal portavoce.
“Lascio la guida del PD al momento dell’insediamento del nuovo Governo”, ha detto all’inizio della conferenza. Cosa non ha funzionato? “In questa campagna elettorale segnata dalle bugie ce n’è una che è la più grande, quella di non fare accordi. Noi abbiamo fatto errori, quello principale è quello che bisognava votare nel 2017 in cui potevamo imporre un’agenda europea. Siamo stati sin troppo tecnici, come se non avessimo mostrato la vera anima delle cose. Se si somma l’evidenza di un vento estremista che nel 2014 siamo riusciti a fermare e incanalare a nostro sostegno, comprendiamo come il risultato sia davvero deludente”. Il caso Minniti ha scosso l’ex sindaco di Firenze: “Simbolo di questa campagna elettorale è il contrasto nel collegio di Pesaro. A Pesaro il csx ha candidato un ministro che ha fatto un gran lavoro, Minniti ha saputo cambiare la percezione del problema e ha fatto un gran lavoro. Eppure a Pesaro, con un candidato per gli stessi 5 stelle ‘impresentabile’, Cecconi – andato in vacanza dalla campagna elettorale – è riuscito ad avere la meglio al contrario di ogni valutazione di merito”. Renzi si è dimesso ufficialmente: “Lascio la guida del PD al momento dell’insediamento del nuovo Governo. Bisogna fare un congresso che permetta alla leadership di fare ciò che è stata eletta. Serve un segretario eletto alle primarie, non un reggente scelto da un caminetto”. Renzi ha chiuso a ogni possibile accordo con le forze di maggioranza: “Mi sento garante di un impegno morale e culturale. Abbiamo detto no a un governo con e degli estremisti. Quando abbiamo detto no alla cultura dell’odio, non scherzavamo. Il loro antieuropeismo e l’odio verbale contro il PD ci fanno pensare di non poter lavorare con M5S e Lega. Se siamo corrotti e impresentabili e mafiosi, sapete che c’è? Fate il Governo senza di noi. Siamo all’opposizione in questa legislatura. Lì ci hanno chiesto di stare gli italiani e lì rimarremo”.
Che cosa farà adesso Renzi? “Non pensavo di ricevere così tante mail dopo la sconfitta. Mi rivolgo alla straordinaria parte di italiani che ci vuole bene. A loro dico che non c’è nessuna fuga. Terminata la fase dell’insediamento del parlamento, io farò un lavoro che mi affascina, ovvero il senatore semplice per il Fiorentino. Sono orgoglioso del risultato di ieri nel mio collegio, una delle poche notizie positive”.
Parole d’affetto verso il collegio fiorentino: “Mi sono ripresentato ai fiorentini 14 anni dopo la prima volta, quando mi sono candidato alla provincia, ed è impressionante il fatto che continuino a votarmi. Chi mi conosce ha sentito il bisogno di esprimere un affetto commovente per me. Si riparte dal basso con molta umiltà”. Da cosa riparte il PD? “Dobbiamo ripartire dal contatto col territorio e dalle periferie della quotidianità. Ripartiamo con l’orgoglio di chi in questi cinque anni può dire di aver fatto un lavoro bello. Restituiamo le chiavi di casa e la casa è in ordine e tenuta bene. Siamo orgogliosi dei nostri risultati. Speriamo che coloro i quali sembrano pronti a governare il paese possano fare meglio di noi. Noi non useremo fake news e non insulteremo nessuno”. “Diremo sì a tutto ciò che serve al paese e al futuro dei nostri figli. Diremo tre no, chiari. No inciuci, no ai caminetti ristretti, no a ogni forma di estremismo”, ha concuso Renzi.