SIENA. Gli Ecologisti Democratici senesi, nel condannare fermamente qualsiasi ricorso alla guerra che è sempre ingiustificata ed ingiustificabile e nel richiamare i valori di pace e dialogo, intendono porre attenzione e sensibilizzare anche sui costi, spesso irreversibili, che un conflitto come quello in Ucraina provoca al nostro ambiente.
Guardiamo con orrore interi edifici civili crollare, esseri umani fuggire assediati dalla fame e dal freddo, e macerie accumularsi nelle città e nelle fertili pianure di questo paese: una terribile trasformazione dell’habitat naturale dell’Ucraina. E tutto ciò accade mentre l’Europa è impegnata verso i più stringenti parametri ambientali per innescare la transizione energetica, ci domandiamo allora: quali probabili costi ambientali dovremo pagare per questo conflitto anti ambientale.
La storia ci dovrebbe insegnare e far riflettere su quante tonnellate di agenti chimici furono impegnati durante la 1 guerra mondiale e durante il conflitto in Vietman, il gas nervino non ha ucciso solo uomini ma anche animali, così come l’utilizzo di erbicidi per defogliare foreste per stanare il nemico ha distrutto foreste che non sono mai più cresciute e che hanno fatto perdere moltissime specie di uccelli e di mammiferi.
Ancora oggi si possono trovare contaminazioni e tracce di petrolio nell’Oceano Atlantico risalenti ai naufragi avvenuti durante la seconda guerra mondiale. L’alluvione nel fiume Giallo nel 1938, creata dal governo nazionalista nella Cina centrale durante la prima fase della seconda guerra sino-giapponese nel tentativo di fermare l’avanzata delle forze giapponesi, è stata definita il “più grande atto di guerra ambientale nella storia”. Anche i campi profughi provocano gravi danni all’ambiente a causa della loro pressione antropica disordinata, a partire dall’inquinamento delle falde acquifere prodotte da pozzi neri di fortuna. C’è poi da considerare l’inquinamento atmosferico e le polveri tossiche prodotto dai veicoli militari e dall’uso delle armi, così come la contaminazioni delle fonti d’acqua, senza parlare dei costi ambientali legati al nucleare (in Ucraina ci sono 15 reattori nucleari con la concreta possibilità che vengano abbattuti).
La distruzione degli ecosistemi durerà per secoli e, come Ecologisti Democratici, intendiamo porre l’attenzione anche sul tema dello sfruttamento dell’ambiente in guerra, una questione non di seconda importanza sulla quale non sembriamo aver imparato dalla storia.
Anche per questo il conflitto in Ucraina riguarda anche noi, e devono essere messe in campo tutte le forze di dialogo per fermarlo.
Il Portavoce Prov.le
Gianni Porcellotti