Motivi della depressione del titolo MPS, i rischi dei nuovi strumenti finanziari e le incertezze politiche europee
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di Red – foto di Corrado De Serio
SIENA. La giornata di borsa sembrava volgere al peggio. Giovedì 14 giugno alle ore 14:58 andava in scena l’ennesima seduta tinta di rosso per il titolo MPS: -2,50% a 0,179 euro dopo i 4 punti percentuali di ieri. In mattinata i minimi storici a 0,1752 euro, ma nel pomeriggio l’inversione di tendenza ha portato il risultato del giorno a un imprevedibile +1,79% a euro 0,1876 quando mancano 12 giorni alla presentazione del nuovo piano industriale.
In attesa delle elezioni in Grecia del weekend, la borsa ha giovato del recupero di tutto il comparto bancario, risollevato dalla discesa dello spread. Credit Suisse (un nome ricorrente nella crisi MPS, creditore della Fondazione) e UBS hanno ricevuto l’invito pressante della Banca centrale Elvetica di rafforzare il capitale. Il rapporto di due società di revisione dei conti Oliver Wyman e Roland Berger registra che l’importo degli aiuti europei alle banche spagnole “di cui è già a conoscenza il ministro dell’Economia, Luis de Guindos, ammonta a 60 miliardi di euro” ma, secondo il quotidiano Abc, questa somma potrebbe salire fino a 65 miliardi in funzione “al comportamento di ciascun istituto e a uno scenario più o meno difficile” secondo l’esposizione di ogni istituto verso il settore immobiliare. Bankia, la cui nazionalizzazione in maggio ha accelerato il piano degli aiuti europei per il settore, riceverà 19 miliardi di euro. Due altri istituti controllati dallo Stato, Novagalicia e CatalunyaCaixa, riceveranno ciascuno 10 miliardi. Infine, 20 miliardi di euro saranno destinati ad altre banche e casse: ma nella lista non sono inserite le principali banche del Paese – Santander, Bbva, CaixaBank, Bankinter e KutxaBank, che secondo il giornale iberico non hanno necessità di ricevere fondi europei. Anche Banco Popular, quarto in termini di capitalizzazione, da parte sua ha già detto di non avere alcun bisogno di aiuti pubblici. Domenica si parlava di 100 miliardi, averli ridimensionati è di per sé una buona notizia.
Rimane il fatto che le esternazioni di Viola al Banking Day non sono piaciute agli operatori finanziari. Repubblica ha scritto ieri che potrebbe essere difficile per il titolo MPS riprendersi prima del 26 giugno. Gli investitori, sempre secondo il quotidiano, “non vedrebbero di buon occhio un’emissione ibrida di titoli tipo Co.co.bond, che destinerebbe 300 milioni di utili agli obbligazionisti e non alla Borsa”. S’era già scritto nell’ottobre 2011 e sembra strano che dopo così tanto tempo in Rocca Salimbeni “stiano ancora studiando” l’operazione. Sulla qualesussistono molti dubbi: la continua sottostima del titolo rende l’operazione troppo allettante per l’investitore che in poco tempo, però, si potrebbe ritrovare nel novero degli azionisti e perdere gran parte degli utili promessi con un semplice schiocco di dita di Profumo.
Anche perché tutti scrivono che nell’estate 2013 si dovrà procedere al rimborso dei Tremonti bond e il 26 giugno bisognerà che Viola dica qualcosa anche su questo.
Grande attesa domani alle ore 9:00 quando il Consiglio dei Ministri inizierà la discussione del decreto “con misure urgenti per la crescita”. Dalla sua approvazione e dalla sua incisività dipenderà una buona parte della valutazione degli istituti di credito, perché la crescita è necessaria a migliorare tutti i conti delle banche italiane. Un decreto doppiamente importante per Siena. Una buona mano potrebbe venire anche dal piano Giarda sulla spending review, che dovrebbe portare a tagli di spesa immediati per 5 miliardi di euro. Perché i governi precedenti non fossero in grado di fare questi risparmi è un mistero per tutti.