Credit Suisse non molla e i sindacati si sono fatti agguerriti
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di Red
SIENA. Le incertezze sulla nuova governance di banca MPS spingono gli investitori a realizzare i guadagni sui rialzi dell’ultimo mese, in attesa di vedere cosa succederà del blocco del 15% di azioni possedute dalla Fondazione che devono essere cedute, necessariamente, per non spingere una situazione già gravemente compromessa al redde rationem finale. Ancora una volta si è diffusa in Borsa la voce che la Fondazione abbia già cominciato a vendere; ma riteniamo che si sia fatta strada l’idea che il pacchetto verrà dato a un solo investitore con un forte sconto, ecco i motivi della discesa del valore.
A Piazza Affari il titolo senese perde -4,96% a euro 0,3811. Nelle intenzioni dei politici locali, la vendita a sconto avrà come contropartita l’esclusiva della gestione delle poltrone nel nuovo CdA di Rocca Salimbeni alpartito che governa la città. Per perpetuare il controllo sul territorio, che comincia a manifestare segni di profonda inquietudine e critica. Non è un segreto che tutte le principali attività cittadine sono in crisi profonda e che le prossime rilevazioni de Il Sole 24 Ore certificheranno un peggioramento del tenore di vita locale, una crisi particolare nella crisi generale dell’economia dei paesi industrializzati. Con un tessuto industriale quasi inesistente così come l’agricoltura (nonostante le eccellenze), non si può pensare che sia il turismo la prossima fonte di occupazione per l’imprenditoria del territorio.
I banchieri elvetici di Credit Suisse erano proprio in Banchi di Sotto, lunedì, per negoziare con la Fondazione la famosa liberatoria sulle azioni MPS date in pegno. Un pesantissimo 8% che la banca svizzera vuole far fruttare al massimo e che la Fondazione deve destinare ai nuovi possibili soci, tra cui è spuntato fuori Massimo Armanini, ex banker di Deutsche Bank e direttore del fondo Pacific Capital del Lussemburgo, e si registra il ritorno di fiamma degli investitori mediorientali, ovvero i fondi sovrani dei paesi del Golfo Persico, che a certi prezzi troverebbero interessante investire a Siena. Ma di concreto sembra rimasta solo la pista che porta ad Equinox, mentre Clessidra pare si è chiamata quasi fuori.
In serata, dopo la chiusura dei mercati finanziari, non sono arrivate comunicazioni da Palazzo Sansedoni che possano far ritenere conclusa la trattativa. Voce confermata dal Sole 24 Ore: senza liberatoria il cul-de-sac in cui Mancini e Pieri hanno infilato la Fondazione è completo. D’altra parte, se si sceglie di continuare con il manico sbagliato, possono verificarsi queste conseguenze. Travolti dalla confusione azionaria e dal clamore della riunione sindacale Mps, si è fatta largo l’idea di spostare la Deputazione (che dovrà conferire il mandato a Profumo per correre da presidente il 28 aprile) da venerdì a sabato, per evitare la concomitanza con lo sciopero generale dei Montepaschini.
Un tornado tutto italiano si sta per abbattere sugli istituti di credito, nel frattempo: il 24 marzo diventerà legge la norma che abolisce la commissione su prestiti e fidi. Un salasso da 10 miliardi di euro per le banche, il cui direttivo ha rassegnato le dimissioni in segno di protesta. Il governo sembra far finta di niente per non dover andare incontro ai desiderata delle banche, lasciando la palla in mano al Parlamento. Ma nessuno sembra in grado di cavalcare l’onda, che potrebbe avere conseguenze devastati per tutti. Infatti senza guadagno perché le banche dovrebbero prestare soldi alle aziende? Ecco come materializzare in un sol colpo lo spettro del credit crunch!