I democratici hanno criticato la presenza di Martelli capolista per Corradi. Ma sulla questione morale...
SIENA. “Il PD senese perde il pelo ma non il vizio. Allʼindomani del ritorno di Martelli sulla scena politica senese alla guida della lista “per Corradi Sindaco”, il PD gli ha dato il benvenuto con parole – “talvolta ritornano”- di stantia acidità. Bene ha fatto Martelli a rispondere con ironia: “Talvolta se ne dovrebbero andare”. Non contento, ieri il PD ha rincarato la dose accusando Martelli di aver voluto impartire una lezione di etica senza averne i titoli. Innanzitutto, Martelli non ha impartito altra lezione se non quella di verità tanto evidenti quanto dolorose. Siena ha avuto sindaci ed amministrazioni di sinistra, socialiste e comuniste, che hanno valorizzato il patrimonio culturale ed economico della città e promosso il benessere dei cittadini. Poi sono venuti i dieci anni di potere Cenni/Ceccuzzi. Qual è il bilancio? Lʼamministrazione non ha realizzato nemmeno il 10% del suo programma elettorale, in compenso Siena ha toccato il record di terza città più indebitata dʼItalia e le principali istituzioni cittadine, dal Monte allʼUniversità allʼOspedale, sono in crisi, la partecipazione al voto dei cittadini non è mai stata così bassa e così alta la voce di denuncia di metodi illiberali, di indebite pressioni e di indebiti clientelismi”. Dalla contestazione di questa realtà muovono la denuncia e il programma delle Liste Civiche Senesi, di Piccini, di Corradi, di Martelli. E il perno che accomuna la coalizione, la base del suo programma, è proprio il promuovere il rilancio della democrazia senese attraverso la partecipazione e il cambio di passo e di timone in Comune.
“Viceversa, la lezione etica pretende di impartirla il PD, quando scrive che “Martelli in base alla carta etica del PD sarebbe incandidabile”. Strana amnesia e singolare abbaglio. Come sa tuttʼItalia, quando ventʼanni fa Martelli fu raggiunto da un avviso di garanzia non esitò un secondo a dimettersi da Ministro della Giustizia e da segretario in pectore del PSI, a differenza dei tanti dirigenti politici che in epoca recente e anche nel PD si sono trincerati dietro lʼimmunità parlamentare, quella italiana o quella europea, per intralciare le indagini. Lʼabbaglio è quello di pretendere che i volubili statuti del proprio partito valgano come le tavole della legge. Vedremo lo sviluppo delle indagini in corso, che coinvolgono pesantemente esponenti del PD, e vedremo se il PD, applicando rigorosamente la propria carta etica, produrrà una decimazione dei suoi candidati o se, maneggiandola con judicio, favorirà gli uni e discriminerà gli altri. Se il PD senese ha deciso di impostare la campagna elettorale sulla questione morale, vuol dire che è in preda a pulsioni masochiste. Infine, tra i vizi antichi vi è anche quello di fingersi offesi per giustificare unʼaggressione, quello di classificare gli avversari in buoni e cattivi per poterli dividere e, last but not least, anche quello di pretendere di parlare a nome di tutta la cittadina di Siena. Tutta Siena?! Lo scorso anno, alle elezioni regionali, il 45% dei senesi ha disertato le urne e il PD ha avuto il voto di metà della restante metà. Dunque, oggi, ha titolo di parlare a nome di poco più del 15% dei senesi. E il 16 maggio si riconta“.