Intervento su Banca e Fondazione per un nuovo ruolo
“La giustificazione che circola starebbe nel fatto che il territorio (Fondazione) non può condizionare il rilancio della banca fortemente compromessa dal “fallimento della classe di governo locale” e per questo va superato adesso il tabù del 4% piuttosto che subirlo come è avvenuto in passato per quello del 51%”.
“Ma il cosiddetto fallimento della politica locale è stato determinato dal non seguire le indicazioni che provenivano dall’allora indiscusso management della banca? Non mi pare che questo sia avvenuto, anzi la Fondazione e per essa la città ha condiviso pedissequamente ogni indicazione. Dall’acquisizione di Antonveneta, alle discutibili incorporazioni di Banca agricola mantovana e di Banca Toscana, nonché due poderosi, e disastrosi, aumenti di capitale sociale. Oggi si chiede alla comunità di fare ulteriori atti di fede. Indispensabile che la classe politica dimostri di possedere una propria autonomia di valutazione e capacità di saper affrontare non solo il futuro della banca, che è affidato a dei manager esperti e di comprovata efficienza, ma anche quella di disegnare un futuro della fondazione autonomo rispetto ai desiderata della banca”.
“Il nuovo consiglio comunale, i rinnovati organi della Fondazione, definiscano un quadro di riferimento nel quale la misura della percentuale di partecipazione della Fondazione nella banca, trovi una sua sostanziale stabilità, per scelta e non per caduta, comunque in grado di creare il massimo valore possibile. Con il ricavato, si definisca una diversificazione di investimenti in grado di garantire, per la Fondazione, una redditività adeguata alle aspettative”.
“Si condizioni a questi fini qualsiasi eventuale modifica degli attuali limiti statutari della banca, nella speranza che anche il Cda della banca ed il management, assieme al conferito mandato per il collocamento di un aumento del capitale, possano condividere tutto questo”.