Vicenza o Asti le offerte più interessanti al momento

di Red
SIENA. Si sta studiando la nascita di un polo bancario piemontese, una Cassa di Risparmio da 250 sportelli radicata nel territorio. Con tre soggetti oramai in procinto di firmare un protocollo d’intesa (i contenuti non si conoscono ancora nei dettagli): sono le Fondazioni delle Casse di risparmio di Biella, Vercelli e la Cassa di risparmio di Asti. Naturalmente tutto nasce dalla prospettiva di acquistare da Monte dei Paschi il 60% di Biverbanca e riportarla in regione dopo 5 anni di Toscana. Mossa conveniente anche per contrastare il tentativo della Banca Popolare di Vicenza di entrare sul mercato del Piemonte, grazie ai 122 sportelli dell’istituto biellese. L’istituto guidato da Zonin finora si è dimostrato il più convinto acquirente tra le varie offerte che si sono presentate fino ad oggi l’unica ad “avere parlato di soldi” con una offerta di 200 milioni di euro, che è quanto spera la dirigenza di Rocca Salimbeni poter spuntare dalla vendita.
Asti, invece, ha preferito seguire la strada di accordi informali con le fondazioni azioniste di minoranza di Biverbanca, anche sollecitata da loro iniziative: Biella (che possiede il 33,4%) e Vercelli (6,5%). Un certo campanilismo unisce le tre fondazioni, dato che i veneti vengono visti come “possibili colonizzatori” in caccia di affari in una area di indubbio valore come quella coperta da Biverbanca. Così le apprensioni di Luigi Squillario sulla crisi della banca senese, troverebbero pace. Ma il problema rimane il fatto che 200 milioni sono troppi per la Cassa astigiana, e quindi Biella e Vercelli si stanno impegnando per garantire i fondi necessari all’acquisto