E ancora impazza il totocandidati al nuovo CdA
di Red
SIENA. Oggi è il gran giorno dello sciopero dei dipendenti del MPS, il primo, si dice, dal 1981 contro la Direzione. A cui tutto il personale , ricompattato dopo anni dalle ultime vicende di licenziamenti in arrivo o decurtazioni importanti collettive come contropartita, vuole partecipare e contare.
Ieri in Banchi di Sotto è stato visto Matteo Arpe, segno che tutti i giochi non sono conclusi, che l’1% di Sator, che Palazzo Sansedoni ha nel portafoglio, non è stato ancora venduto. Segno anche che la trattativa che il finanziere ha intavolato nell’ affare Unipol-Fonsai non è in dirittura d’arrivo e che quindi Sator potrebbe volgere nuovamente gli occhi su Siena: in fin dei conti la volontà della Fondazione di frazionare il 15% in vendita tra più investitori possibili lascia una finestra aperta da cui tanti si possono affacciare.
E in questi termini – rassicuranti per il “sistema Siena” che vuole mantenere il controllo assoluto delle poltrone nel CdA che nascerà con il 28 aprile – vanno lette le dichiarazioni di Salvatore Mancuso, che ripete fino alla noia il mantra del “condividere con la Fondazione le linee strategiche, il piano industriale della banca; dare stabilità all’azionariato nel medio periodo,nell’ambito di una partnership di minoranza; dare una governance che consenta di mettere al servizio del progetto le competenze di ciascuno”.
E il fatto di presentare l’offerta per la partnership con Palazzo Sansedoni dopo la scelta dei candidati nella lista del rinnovo del Cda del Monte potrebbe essere letta in questo senso. La Fondazione, a scanso di sorprese, conferma di aver spostato la convocazione della Deputazione che sceglierà i nomi dei suoi candidati al vertice di MPS da oggi a domani, di sabato. La Reuters fa ironicamente notare in un articolo come la riunione si svolgerà nella sala in cui troneggia la scultura del Caino di Giovanni Dupré.
Tuttavia non ci aspettiamo novità dal board: la pattuglia sarà guidata da Alessandro Profumo, con vicepresidente Alfredo Monaci, e quattro consiglieri. Chissà chi sarà scelto al posto di Borghi dai vertici sindacali: una questione importante per una poltrona che gli equilibri interni al PD hanno sempre riservato a un rappresentante dei lavoratori. Una questione che i sindacati non hanno messo sul tappeto coi dipendenti durante la preparazione della manifestazione di sciopero. Dipendenti che hanno criticato nei commenti agli articoli del Cittadino l’attività svolta da alcuni sindacalisti, espressioni del movimento dei lavoratori, ma che passati dall’altra parte del tavolo nulla hanno fatto per difenderli dai possibili 1500 licenziamenti. Nemmeno un avvertimento.