Il candidato di Sì Toscana parla delle borse di studio
SIENA. Mentre il Governo Renzi si appresta a varare la pessima Riforma della “buona scuola”, in Toscana va in scena l’ultimo atto, nel bel mezzo dei titoli di coda di questa legislatura, l’ennesimo attacco da parte del governatore uscente Enrico Rossi al Diritto allo Studio. E’ evidente che il presidente della Regione, solo a parole parla di giovani e di futuro, in un dibattito mediatico che non ci stancheremo mai di definire alquanto stucchevole, salvo poi però mostrare con le sue politiche regionali quella che è la sua reale visione, proprio su uno specifico capitolo di bilancio come quello del Diritto allo Studio, che per il candidato governatore del Partito Democratico, rappresenta solo una delle tante voci di spesa della regione da razionalizzare (leggesi “tagliare”).
Già con la legge di stabilità il governo Renzi aveva posto sotto la scure del patto di stabilità gli investimenti per il Diritto allo Studio; prontamente Rossi aveva colto la balla al balzo imponendo una vera e propria spending review e tagliando sui prodotti che quotidianamente venivano serviti a migliaia di studenti nelle mense universitarie della nostra regione. Il governatore uscente Rossi, incurante del fatto di essere ormai a fine legislatura e a poche settimane dal voto, ha deciso di “commissariare” l’azienda regionale per il Diritto allo Studio, stralciando il piano di investimenti 2015 proposto dalla stessa azienda e rimangiandosi la promessa, fatta neanche pochi mesi fa, di investire 5 milioni per il funzionamento del Diritto allo Studio. L’aumento dei borsisti, ovvero del numero di studenti che dovrebbero avere accesso ai servizi del DSU, affinché venga loro garantito il diritto costituzionale di raggiungere i massimi livelli di istruzione indipendentemente dalla propria condizione economica, viene così risolto con l’applicazione del nuovo ISEE. Con questi nuovi parametri, difatti, si impedirà ad uno studente su dieci di accedere ai benefici del DSU, un numero che definire drammatico è un eufemismo; in più, non bisogna trascurare l’impatto che il nuovo ISEE avrà sui futuri iscritti: studenti, in condizioni economiche svantaggiate, che con i criteri dell’anno precedente avrebbero avuto certamente diritto alla borsa di studio. Un colpo di grazia, che per il modo e i tempi in cui è avvenuto, ha un che di profondamente arrogante ed autoritario.
A nulla servirà aumentare la soglia di reddito necessaria per avere la borsa di studio che passerà dagli attuali 19 mila euro ai 20 mila per il prossimo anno, poiché una revisione complessiva avrebbe necessitato che si portasse l’attuale soglia ISEE ad almeno 21 mila euro. Altrettanto essenziale sarebbe stato rivedere i parametri dell’indice ISPEP. Ma la reale volontà di Rossi e del Partito Democratico, a fronte dei tagli del Governo accettati silenziosamente e senza battere ciglio, è quella di diminuire vertiginosamente la platea dei beneficiari dei servizi del DSU.
Allora ci viene da chiedere provocatoriamente, visto che per il sottopassaggio ad Alta Velocità di Firenze si sono stanziati due miliardi di euro, per una struttura – ricordiamolo- totalmente inutile, se si decidesse di utilizzare un quarto di quelle risorse per il diritto allo studio, quanto farebbero cinquecento milioni diviso una borsa di studio? Ecco, presidente Rossi, se provasse a fare questi conti, scoprirebbe il numero di studenti a cui potrebbe dare alloggi soddisfacenti, mense internalizzate e con prodotti di qualità e le resterebbero i soldi persino per ampliare notevolmente la platea degli aventi diritto alla borsa di studio, anche per quelle fasce medie che vengono quotidianamente martoriate dalla crisi economica. Ma lo sappiamo bene, il Diritto allo Studio si rivolge principalmente a studenti che non sono appetibili dal punto di vista elettorale, ed è per questo che non trova minimamente spazio nei suoi dibattiti televisivi.
Come Sì Toscana a Sinistra, riteniamo che la prossima Giunta Regionale debba occuparsi di Diritto allo Studio non con il fastidio di un capitolo di spesa, ma con la consapevolezza che oltre quei numeri si nasconde un fondamentale investimento per il futuro della nostra regione e del nostro Paese. Ecco perciò che diciamo Sì al Diritto allo Studio, di qualità e per tutte e tutti. Sì ad un nuovo piano di investimenti che ridia ossigeno alle casse dell’azienda, portando a termine lavori per residenze e mense ancora ad oggi da ultimare. Sì al ritorno alla fascia unica a mensa; spacciata come norma di equità le tre fasce ad oggi hanno portato solo all’esclusione di molte studentesse e studenti da un luogo di socialità e condivisione come la mensa universitaria. Per noi la progressività non si fa sui servizi ma sulla tassazione. Sì all’internalizzazione del servizio mensa e l’utilizzo di prodotti biologici a filiera corta del nostro territorio, che promuovano qualità e rispetto per l’ambiente. Sì ad un piano residenziale per studenti borsisti, affinché non vi sia più la figura dello studente idoneo e non beneficiario, inoltre promuovere con la modifica della legge regionale l’ampliamento dell’accesso alla residenza con prezzi calmierati anche agli studenti con la borsa servizi. Soprattutto diciamo Sì ad una nuova politica per il diritto allo studio, capace di contribuire al miglioramento delle problematiche presenti nei tre poli universitari e di guardare con maggiore attenzione alle specificità del territorio.
In questi anni la centralizzazione dei servizi ha avuto come unico scopo la diminuzione dei costi e l’omologazione al ribasso ed ha avuto come unico effetto quello di deprimere la qualità dei servizi, per questo motivo riteniamo che sia fondamentale ripensare nei prossimi anni ad un nuovo modello di cooperazione col territorio di riferimento ed un ritorno progressivo ad un Diritto allo Studio territoriale, promuovendo l’integrazione tra DSU e Università.
Mario Dimonte – Sì Toscana a Sinistra – candidato Consiglio Regionale Siena