Dopo l'uscita di Siena Attiva dal Consiglio Comunale si pongono domande sulla stabilità della maggioranza
di Erica Nencini
SIENA. Il segretario comunale del Pd, Alessandro Masi, ha dichiarato in un recente articolo di stampa, che al fine di garantire una coalizione per le amministrative del 2018 è necessario “aprire un confronto con nuove forze politiche e civiche”. Il PD pensa al futuro, ma si scorda degli “amici”. In particolare si dimentica di Siena Attiva e dell’appoggio decisivo dato dalla lista civica all’attuale amministrazione comunale. E così, ieri pomeriggio, durante il consiglio comunale i consiglieri di Siena Attiva hanno minacciato (e poi agito) di tirarsi fuori dai giochi, di non garantire più la maggioranza all’interno del consiglio.
Un consiglio comunale disertato. Una giornataccia, come l’ha definita Lorenzo Di Renzone, Capogruppo di Siena Attiva, all’inizio dell’intervista telefonica che ci ha concesso. Eppure, anche se in molti già si sprecavano in tragici pronostici sul futuro della città, l’evento pare essere un semplice atto dimostrativo. Lo conferma lo stesso Di Renzone che, seppur amareggiato, rinnova il suo impegno e sostegno al sindaco Bruno Valentini.
Oggi durante il consiglio comunale Siena Attiva ha dichiarato di non garantire più il numero legale per il proseguimento del consiglio. Perché questo gesto?
“Una serie di dichiarazioni politiche, pubblicate dalla stampa, ci hanno indotto a fare una riflessione immediata, al cui centro abbiamo posto il tema delle nostre visioni strategiche e del governo complessivo della città che siano coerenti con la nostra storia iniziale e cultura politica che fino ad oggi ci ha contraddistinto, cioè quella di governare la città senza giochi o giochetti. La maggioranza deve confrontarsi con noi per poi dopo definire eventuali scelte strategiche, non uscire uscire sui giornali e cercare accordi con altri gruppi senza prima averci consultato. Noi non vogliamo fare nulla di nascosto, la nostra volontà è quella di essere chiari. La nostra lista è nata basandosi sulla condivisione di temi relativi all’amministrazione cittadina e oggi ci siamo fermati a riflettere proprio su questo. Abbiamo proposto una riflessione sulla visione strategica che abbiamo e sul governo della città, dopo le dichiarazioni fatte, e sulla condivisione futura di queste strategie su cui si baseranno le nostre scelte future”.
In molti se lo chiedono: il vostro atto è stato puramente dimostrativo oppure la maggioranza non è più garantita?
“Tantissime volte, durante questa legislatura, ci sono state divergenze però sugli atti politici veri e propri, come il bilancio, noi abbiamo sempre partecipato e votato. Tuttavia, noi vogliamo condividere la visione con tutta la maggioranza, quindi la maggioranza dovrà trovare una condivisione sui temi da qui alla fine del mandato, come la gestione delle infrastrutture e gli investimenti futuri, e noi vogliamo essere consultati. Ci sembra il minimo. Noi non abbiamo dato la sfiducia al Sindaco, che sia chiaro. Ci siamo fermati, durante il pomeriggio, proponendo questa riflessione, cercando un chiarimento che poi speriamo serva per gli incontri futuri con le altre forze di maggioranza”.
Qual è stata la reazione del sindaco Bruno Valentini?
“Ad oggi non c’è stato il tempo di confrontarci perché il Sindaco aveva un appuntamento fuori città. Avremo tempo di consultarci con Valentini nei prossimi giorni”.
Concretamente, cosa chiedete al Sindaco e alla maggioranza?
“Noi chiediamo che le cose vengano fatte con la massima trasparenza e che la nostra lista, insieme all’altra parte della maggioranza, possa decidere sul piano strategico futuro che verrà attuato fino alla fine del mandato. Noi non abbiamo mire politiche particolari”.
C’è quindi la speranza di arrivare insieme fino al 2018?
“Sicuramente. Noi non abbiamo mai fatto mancare la fiducia, né la faremo mancare adesso: ce lo chiedono i nostri elettori. Cercheremo per quello che è possibile, anche se noi siamo una mosca in tutto questo, di portare avanti il nostro lavoro”.
Forse definirvi mosche è riduttivo. È grazie all’appoggio della vostra lista che si può parlare di una maggioranza in seno al Comune. Voi avete appoggiato e sostenuto il sindaco Bruno Valentini.
Sì, fino ad oggi l’abbiamo sostenuto e quindi quello di non essere stati presi in considerazione, vedendo anche gli articoli di oggi, ci ha fatto un po’ riflettere. Continueremo a sostenerlo, a dialogare con la maggioranza e a cercare di tenerla coesa fino alla fine. Tutto questo, però, passa da un percorso condiviso delle forze in campo. Fino ad oggi abbiamo lavorato insieme al Sindaco e alla maggioranza per ridurre il debito, forse uno degli obiettivi più importanti, ma adesso c’è bisogno di investimenti e c’è la possibilità di farli. Benissimo le Scotte, benissimo il Santa Maria della Scala: lavoriamo insieme per arrivare infondo al mandato e per la città.
Eppure, osservando la situazione dall’esterno, in tanti hanno interpretato nel vostro gesto una frattura che in vista delle amministrative del 2018 potrebbe portare a strade diverse. Questo voi lo sconsacrate?
Le visioni sono diverse. Un conto è la visione di un partito politico, un conto è quella di una lista civica. Giustamente il partito guarda anche al futuro, alle prossime elezioni. Noi siamo una lista civica che vuole lasciare un segno nell’amministrazione e nella città. Rimangono ancora due anni e ancora tanto che possiamo fare. Alla fine dei due anni vedremo; le liste civiche possono ripartire, allargarsi, fare accordi oppure finire. Noi non siamo collegati al PD e quindi non ci aspettiamo nulla dopo la fine del mandato, di fatto non abbiamo nessun vincolo. Per ora lavoriamo insieme a loro per arrivare alla fine di questo mandato nel migliore dei modi, dopodiché valuteremo quello che succederà.
Quindi il futuro che voi prospettate è un futuro positivo?
Un futuro positivo e teso alla collaborazione. Vogliamo essere uno stimolo e una forza fattiva, un aiuto alla maggioranza. C’è ancora tanto da fare, ad esempio rimane da definire il piano sulla mobilità e lavorare per il regolamento urbanistico. Tutte queste cose vorremmo realizzarle prima della fine del mandato.
Eppure, scusi se insisto, all’inizio della telefonata ha definito questa giornata come una giornataccia, una giornata tragica. Perché?
Tragica perché non mi piacciono queste situazioni. Vorrei andare in consiglio comunale, lavorare, discutere sulle cose e portarle infondo, approvarle o non approvarle, ma parlarne insieme.
Il nostro scopo rimane quello di condividere, con il sindaco, la giunta e la maggioranza, gli obiettivi strategici che ci siamo dati per arrivare a fine mandato, cercando di migliorarne la qualità grazie all’apporto di tutti. Incontrarci, lavorare insieme ed essere più coesi: ecco i nostro obiettivi.