"Cominciando dal candidato alla presidenza della Provincia di Siena"

SIENA. UN NUOVO CORSO UNITARIO DEL PD PROVINCIALE CHE COMINCI DALLA CANDIDATURA DEL SEGRETARIO ALLA PRESIDENZA DELLA PROVINCIA Non sappiamo se ciò che ha detto Matteo Renzi a Bologna in merito alla necessità di aprire una nuova fase unitaria del PD produrrà effetti veri e duraturi a livello nazionale. Sicuramente però ne dovremmo fare tesoro nel territorio della Provincia di Siena, dove l’apertura di un nuovo corso del Partito Democratico provinciale, più inclusivo, partecipato e attento a sfruttare nel migliore dei modi le sensibilità e le competenze di un partito fatto di realtà politiche e territori così diversi tra loro, appare un passaggio sempre più naturale e non dilazionabile. Una fase nuova che metta da parte il correntismo e i personalismi, che chiuda davvero il congresso, ma che al tempo stesso non mortifichi, in nome di un unanimismo paludoso, le diversità e le peculiarità sia delle aree politiche che compongono il PD, sia delle personalità che agiscono per esso. E anzi che tenti di legittimarle, rappresentarle, valorizzarle e farle dialogare tra loro nel contesto di uno spazio politico condiviso pur nella diversità. Uno spazio politico accettato, e regolato, anche come luogo della competizione interna, ma mai dello scontro fine a se stesso. Dobbiamo riconoscere che lo schema politico emerso dall’ultimo congresso provinciale ha bisogno di una rivisitazione, ha bisogno di fare un passo avanti entrando in una “fase due”, che consenta al partito provinciale di svolgere un lavoro sui territori più efficace sfruttando tutte le migliori energie che esso può esprimere. Va inaugurato un nuovo corso che apra le porte a tutti coloro che abbiano la volontà di lavorare per il partito e per il bene della Provincia di Siena. Il “rimboccarsi le maniche” della Festa Nazionale di Bologna deve trovare la sua declinazione anche nella provincia di Siena, e può farlo solo con un salto in avanti che tenga conto della evoluzione delle condizioni. Il tutto ovviamente nel rispetto delle forze in campo, che sono con chiarezza emerse nell’ultimo congresso, e nella traduzione di queste forze in relativi livelli di responsabilità. A maggiore consenso non può che corrisponde più alto livello di responsabilità. E per il Pd aprire una nuova fase significa intanto risolvere subito la “partita” delle elezioni provinciali con un grande atto di responsabilità da parte di tutti: come si usa dire in questi casi, con un passo indietro per farne due in avanti.
La priorità è evitare che si giunga allo “scontro finale”, che produrrebbe divisioni poi difficilmente sanabili, e che metterebbe a rischio l’efficacia e la continuità dell’azione politica. E’ da ritenere, viste le forze in campo, visto lo stato del dibattito in corso, che la figura che potrebbe rappresentare una riconduzione ad unità delle varie posizioni sia il Segretario Provinciale, che in virtù della carica che riveste sarebbe in grado di fare da sintesi politica e da elemento di garanzia per tutti. E che potrebbe al tempo stesso, rappresentando da Segretario una figura “non territoriale”, tirare fuori il dibattito dalle logiche della rappresentanza delle varie aree della provincia, nonché garantire il necessario equilibrio tra la città capoluogo e il resto del territorio provinciale. Niccolò Guicciardini è consigliere provinciale uscente, e può dunque candidarsi alla carica di Presidente della Provincia, e in questo momento potrebbe pensare, e con lui il partito tutto, ad assumersi questo onere per il bene della Provincia di Siena e dei suoi cittadini in primo luogo, e anche per il bene del Partito Democratico, vista l’assoluta eccezionalità del momento, visto l’enorme rischio di spaccature e considerato che con il presupposto di un partito diviso l’azione amministrativa della Provincia rischierebbe di essere debole e frammentaria. E la candidatura del Segretario Provinciale è ovviamente auspicabile che conduca ad un corrispondente atto di responsabilità da parte di coloro che si sono fin qui resi disponibili a svolgere il ruolo di Presidente a ritirare la loro candidatura. D’altronde già Simone Bezzini ha fatto seguire l’esperienza di Presidente della Provincia a quella di Segretario Provinciale. Sarebbe un importante segnale di unità, e il segno della volontà di dare un’impronta fortemente politica alla guida della provincia, un ente che nel nuovo assetto risulta potenzialmente soggetto a spinte centrifughe verso i territori. Un gesto che può condurre il Partito Democratico, con un atto visibile, forte ed efficace compiuto dal suo responsabile provinciale, verso una nuova fase unitaria coerente con il messaggio lanciato da Renzi a Bologna.
La priorità è evitare che si giunga allo “scontro finale”, che produrrebbe divisioni poi difficilmente sanabili, e che metterebbe a rischio l’efficacia e la continuità dell’azione politica. E’ da ritenere, viste le forze in campo, visto lo stato del dibattito in corso, che la figura che potrebbe rappresentare una riconduzione ad unità delle varie posizioni sia il Segretario Provinciale, che in virtù della carica che riveste sarebbe in grado di fare da sintesi politica e da elemento di garanzia per tutti. E che potrebbe al tempo stesso, rappresentando da Segretario una figura “non territoriale”, tirare fuori il dibattito dalle logiche della rappresentanza delle varie aree della provincia, nonché garantire il necessario equilibrio tra la città capoluogo e il resto del territorio provinciale. Niccolò Guicciardini è consigliere provinciale uscente, e può dunque candidarsi alla carica di Presidente della Provincia, e in questo momento potrebbe pensare, e con lui il partito tutto, ad assumersi questo onere per il bene della Provincia di Siena e dei suoi cittadini in primo luogo, e anche per il bene del Partito Democratico, vista l’assoluta eccezionalità del momento, visto l’enorme rischio di spaccature e considerato che con il presupposto di un partito diviso l’azione amministrativa della Provincia rischierebbe di essere debole e frammentaria. E la candidatura del Segretario Provinciale è ovviamente auspicabile che conduca ad un corrispondente atto di responsabilità da parte di coloro che si sono fin qui resi disponibili a svolgere il ruolo di Presidente a ritirare la loro candidatura. D’altronde già Simone Bezzini ha fatto seguire l’esperienza di Presidente della Provincia a quella di Segretario Provinciale. Sarebbe un importante segnale di unità, e il segno della volontà di dare un’impronta fortemente politica alla guida della provincia, un ente che nel nuovo assetto risulta potenzialmente soggetto a spinte centrifughe verso i territori. Un gesto che può condurre il Partito Democratico, con un atto visibile, forte ed efficace compiuto dal suo responsabile provinciale, verso una nuova fase unitaria coerente con il messaggio lanciato da Renzi a Bologna.
Fabio Di Meo -membro Assemblea Nazionale PD