Il suicidio di un risparmiatore sposta l'attenzione sul caso umano, ma...
di Red
SIENA. Il suicidio di un pensionato di Civitavecchia, che aveva investito 100mila euro in bond bancari della Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio è stata l’occasione per qualcuno di distogliere dal vero focus l’attenzione sui quattro istituti di credito “salvati” dal provvedimento notturno del Consiglio dei Ministri di Renzi e della Boschi verso una vicenda umana molto triste. Una storia già vista e conosciuta ma, ci chiediamo, se i possessori delle azioni sono stati tutti ridotti sul lastrico, se i dipendenti della banca andranno incontro a un taglio selvaggio di numero e retribuzione, chi è stato salvato dalla corvetta renziana?
Gli argomenti della storia sono noti: abbindolati dalla pubblicistica di regime tanti risparmiatori sono stati “intortati” con la novella del sistema bancario italiano sano, con il rafforzamento patrimoniale che veniva dall’inglobare piccoli istituti per fare banche di taglia maggiore, dal sostegno del territorio alla propria massima espressione finanziaria, dalle assicurazioni della Banca d’Italia e della Consob che i bilanci erano tutti veri e autentici. Perfino dalla generosa disponibilità dei management di permettere lo smobilizzo di tanti TFR dei dipendenti per acquistare azioni della propria banca: se ci credono loro su se stessi, uno pensa, sapranno bene quel che fanno. Oltre a zittire ogni voce dissenziente, ovviamente.
Una storia italiana, già vista in casa Monte dei Paschi di Siena. Basta farsi un giro della stampa dell’epoca (2010-12) e il cocktail di ingredienti si ripete maleodorante e ossessivo. Rispetto alle vicende senesi cambia solo lo strumento, perchè sono cambiate le direttive bancarie che sono passate dall’Italia all’Europa, ma anche qui i nostri mestatori di Stato – la Casta che si muove ma non si commuove – intrugliano e inventano tra le pieghe dei regolamenti nel confronto con una Bruxelles fatta di imberbi burocrati non avvezzi ai lacchezzi italioti. Se poi la disinformazione arriva al punto che anche un fine polemista cone Oscar Giannino si fa irretire a discutere se i sottoscrittori avessero dovuto leggere con attenzione tutti i fogli che venivano loro fatti firmare al termine del bombardamento mediatico di sistema o meno e per questo sono gli unici responsabili delle loro disgrazie, vuol dire che la casta funziona bene come mai.
La storia dei quattro istituti presi in esame a questo giro – Etruria, Chieti, Marche, Ferrara – finirà nelle mani di una magistratura cui sono state date leggi inapplicabili per colpire i responsabili del dissesto. Ovvero quelli che verranno salvati dal decreto Renzi. Cosa sarebbe successo se le banche fossero fallite? La Parmalat ha chiuso i battenti dopo il fallimento? La nomina di un curatore fallimentare mette gli istituti in mano a un responsabile che paga i suoi errori e quindi ha tutto l’interesse, come fu per Enrico Bondi nel caso dell’azienda di Collecchio, a recuperare il maltolto. Bondi ha risanato la Parmalat, ha promosso azioni legali per recuperare i soldi da chi li aveva portati via, ha lasciato via libera a molti processi che si sono conclusi con condanne esemplari e una ricostruzione puntuale del malaffare. Altro che un Profumo che rintraccia un documento in una cassaforte dimenticata dopo mesi e mesi…
La Casta è orizzontale ma sempre un metro sopra o uno sotto a dove le forbici vanno a tagliare. La Banca d’Italia è di proprietà delle banche. Mussari & C. sono sotto processo per tante piccole cose ma Nessuno sta rispondendo in un processo per i bilanci falsificati non una ma tre volte: dai management, dalla banca d’Italia e dalla Consob. E senza qualcuno che abbia interesse a portare papà Boschi e gli altri amministratori dissennati alla sbarra, è certo che non ci andranno. Nessuno sta portando Draghi a spiegare come si fa ad autorizzare l’acquisto di Antonveneta senza che siano stati soddisfatti i requisiti da lui stesso richiesti e certamente Tononi non sembra uno disposto a chiederglielo. A lui non porterebbe alcun guadagno personale.
Sapendo che era tutto a posto certificato da chi avrebbe dovuto lavorare per difendere i cittadini e lo Stato, perchè il risparmiatore di Civitavecchia doveva andare a leggere le 36 pagine degli allegati ai bond subordinati? Ci ha creduto in quelle obbligazioni perfino quel dipendente della banca che li aveva proposti e fatti firmare (grazie alle pressioni interne che lo costringevano a tale azione, pena “punizioni” e altri sgradevoli ricatti); e ci sono tantissimi casi di dipendenti sottoscrittori. Per una mezz’ora di Giannino a Radio 24 che ci spiega come il mondo sia differente da quanto sembra, abbiamo ogni giorno migliaia di ore di trasmissioni di tutti i tipi che raccontano un’Italia da lieto fine,dell’integrità e della bontà del sistema bancario. Quello che in Europa non capiscono è perchè in Italia chi muove le fila se sbaglia non paga mai, ma a noi ci dicono che il problema è se a un extracomunitario vengano prese o meno le impronte digitali quando arriva sul barcone. Tante volte facesse carriera nel mondo della finanza o della politica…