Il titolo perde ancora nonostante gli interventi di banca e Fondazione
di Red
SIENA. Ebbene sì, ci avevamo preso e avevamo sbagliato allo stesso tempo. Avevamo scritto che ieri (7 giugno) era stato toccato il fondo e che il mercato non aveva alcuna fiducia nella guida della Fondazione MPS, scatenando un’ondata di vendite al ribasso per il titolo. E oggi (8 giugno) è andata ancora peggio. Il mercato non ci crede più (giusto) e la barca va a fondo (sbagliato). Si partiva da 0,7735 alle ore nove. Alle 10:37 il titolo era sceso di valore a euro 0,7251 perdendo ben oltre il 5%, poi sono arrivate in serie le richieste di ridiscussione degli accordi chiamati Basilea 3 da parte del Presidente di Banca MPS, Giuseppe Mussari nella tarda mattinata. Poi, nel pomeriggio, il comunicato stampa della Fondazione Mps sui titoli fresh (che comunque contabilizzerà nuove minusvalenze) che hanno permesso di contenere la perdita in un -3,10%, a euro 0,7495. Si tratta, comunque, dell’ennesimo nuovo record negativo per Rocca Salimbeni.
Per domani ci si aspetta la dichiarazione – voci che arrivano da ambienti finanziari e tutte da confermare – in cui si annuncia un possibile acquirente delle azioni Intesa S. Paolo in portafoglio a Palazzo Sansedoni (soldi cash, ma altra minusvalenza!).
Sembra quasi che le voci che si rincorrono da mesi sulle scelte dei vertici della banca senese – dall’aumento di capitale, prima negato assolutamente da banca e Comune, poi ammesso quasi di straforo per motivi elettorali a una quota di 2 miliardi circa (e si presume seguito da un ulteriore aumento alla fine dell’estate di altri 2,5 miliardi di euro) – siano talmente certe e documentate che pare si stia favorendo, col gioco al ribasso, chi potrà massimizzare la quantità di azioni nuove da acquistare per togliere alla Fondazione il mitico 50.01% che garantisce l’inscalabilità. Questo soggetto potrebbe così diventare l’ago della bilancia delle sorti del plurisecolare istituto, completando così la svendita della città di Siena che avanza, secondo un progetto ignoto alla popolazione e alla stampa, e realizza i suoi step con precisione chirurgica fin dall’acquisizione della famigerata Banca 121.
Temiamo che non siano le parole odierne di Bernanke, presidente della Fed, sulla fine delle misure extra a sostegno della liquidità, a sotterrare il titolo senese…
Così ritorna di attualità il dilemma che pone in primo piano l’eventualità di affidare immediatamente a mani e teste pensanti nuove (possibilmente anche in possesso, finalmente, di titoli di competenza tecnica) la direzione della Fondazione, in primis, nel tentativo di recuperare credito e fiducia da parte degli investitori.
In città c’è già molta gente preoccupata che mugugna: le figure di riferimento di Palazzo Sansedoni hanno ormai “un vago sapore di stantio”, e non si potrà dare la colpa al fato infausto se alla fine dell’estate, con la presentazione della semestrale, dovesse poi venire fuori che di tutte le belle promesse di redditività di questa primavera sbarazzina vissuta alla ricerca del consenso elettorale non sarà rimasto che parole al vento… Già, perché le plusvalenze delle vendite del 2010 sono irripetibili, e i futuri dividendi alquanto incerti.
Con la Fondazione oramai in ginocchio, sul punto di accendere milioni di euro di debiti per rimanere proprietaria indiscutibile della banca, non ci sono più “piani B” da attivare.
Forse – ma è un’opinione modestissima e affidata solo all’osservazione dei fatti alla luce delle nostre limitate conoscenze – sarebbe stato meglio decidere subito di essere forti scendendo al 45% con un aumento di capitale da 5 miliardi come quello fatto da Intesa S. Paolo. O incaponirsi, come è stato fatto e restare inermi di fronte allo scenario poco incoraggiante che molti analisti indipendenti già prefigurano?
Probabilmente la prima ipotesi sarebbe stata infausta per i risultati che hanno incoronato Franco Ceccuzzi sindaco di Siena. In qualche modo molti elettori sono stati beneficiati in questo ventennio di privatizzazione della banca MPS, benedetto perfino da Romano Prodi economista di punta della DC di Martinazzoli. Ma ora il lupo, che non sa più come salvare capra e cavoli, ha scoperto che la barca può affondare. E che in città nessuno sa nuotare, né possiede una ciambella di salvataggio da lanciare.