Il voto sul dl dopo alcuni emendamenti sostanziali

ROMA. Il governo ha posto la questione di fiducia in Senato sul decreto salvarisparmio che disciplina la ricapitalizzazione precauzionale di Mps e delle banche in crisi. Dopo il voto, previsto per questa sera (8 febbraio), il dl andrà alla Cameraper la conversione in leggeo in legge entro il 21 febbraio, pena la decadenza.
Il governo ha modificato il decreto durante l’esame al Senato accogliendo alcune richieste dell’Antitrust europeo. Il rimborso agli investitori retail ora è ammesso solo se i titoli sono stati acquistati, in emissione o sul mercato secondario, prima che entrassero in vigore le più severe regole europee del bail in, il primo gennaio 2016. Inoltre il corrispettivo non può superare il prezzo d’acquisto dei bond. Un’ulteriore correzione fa sì che lo Stato acquisterà le nuove azioni Mps con uno sconto del 25% e avrà pertanto un’adeguata remunerazione.
Il Senato garantisce alle banche di credito cooperativo la piena trasformabilità in crediti d’imposta delle Dta, le imposte differite attive. Viene poi sancito che il pagamento del canone dovuto a fronte delle Dta decorre dal 2016 anziché dal 2015.
La proposta di pubblicare una lista dei grandi debitori delle banche in crisi è stata trasformata nella presentazione periodica della relazione senza nommi, ma solo con i profili di rischio.
I risparmiatori delle quattro banche finite in risoluzione a fine 2015 hanno diritto alle compensazioni per le obbligazioni azzerate esteso anche al coniuge more uxorio, al convivente e ai parenti fino al secondo grado. Dal tetto massimo di patrimonio (100.000 euro) superato il quale non è ammesso alcun rimborso è escluso il valore dei titoli azzerati.