Adusbef e Federconsumatori sul piede di guerra
ROMA. L’ennesimo decreto sulla riforma delle banche popolari, scritto sotto diretta dettatura della Banca d’Italia anche con la finalità non dichiarata di rendere contendibili banche radicate sul territorio in modo da far mettere le mani sul risparmio sociale delle banche a carattere mutualistico dalle Black Rock di turno, approvato oggi dalla Camera dei Deputati, privo dei requisiti costituzionali della necessità ed urgenza, in aperta violazione e con il forte contrasto con gli articoli 3, 47 e 77 della Costituzione, se dovesse essere approvato in analoga forma al Senato, non mancherà di essere impugnato, da Adusbef e Federconsumatori davanti la Consulta.
Adusbef e Federconsumatori, pur consapevoli che le banche popolari necessitassero di una riforma in grado di rendere più forte il legame con i territori, per salvaguardare le capacita di prestare denaro a imprese e famiglie, evitando di mettere a repentaglio i risparmi raccolti, non la loro esclusiva contendibilità offerta da Bankitalia su un piatto d’argento alle banche di affari, che hanno fatto le loro fortune con il denaro dal nulla edificando piramidi finanziarie e derivati tossici, rimarcano aperte violazioni di articoli costituzionali, che il Governo non è ancora riuscito a rottamare, come il principio di uguaglianza tra i cittadini, che il decreto vorrebbe impedire, con l’esercizio dell’attività bancaria in forma cooperativa, non appena il patrimonio dell’istituto supera una determinata soglia.
Invece di seguire i buoni esempi come la Glass Steegall Act e le misure di separazione tra banche commerciali e banche di affari in direzione di una nuova “Volcker Rule”, potenziando il ruolo delle banche radicate sui territori, sanzionando le Popolari non quotate, che catturando e prezzolando i regolatori, attuano abusi, ricatti e soprusi, con gli azionisti impossibilitati per anni a dismettere le quote acquistate, il cui valore è arbitrariamente fissato dai consigli di amministrazione (Veneto Banca, Banca Popolare di Vicenza), il governo Renzi adotta un decreto sbagliato, per privare i territori di risorse fondamentali.
Avendo una notevole dimestichezza con i decreti arbitrari ed illegittimi varati dai Governi di turno, Adusbef e Federconsumatori, nel rammentare quelli cancellati dalla Corte Costituzionale dai ricorsi presentati, invitano il Governo ad un ravvedimento operoso al Senato, per impedire di regalare alla speculazione finanziaria edificata sui derivati tossici, il risparmio delle banche popolari.
I DECRETI SALVABANCHE APPROVATI DAI GOVERNI ED ANNULLATI DALLA CONSULTA
SALVABANCHE GOVERNO D’ALEMA-CIAMPI-AMATO (ANATOCISMO). Martedì 20 giugno 2000, davanti alla
Corte Costituzionale, le ordinanze di Tribunali e Corte d’Appello che, dietro richieste dell’Adusbef, avevano rimesso alla Consulta l’illegittimità costituzionale del decreto ‘salva banche’ n.342 del 4/8.1999 che legittimava l’anatocismo, un collaudato meccanismo di ricapitalizzare gli interessi ogni tre mesi sugli impieghi, annualizzando quelli sui depositi, dichiarate illegali da quattro sentenze di Cassazione.
Con la Sentenza n. 425/2000 depositata il 17 ottobre 2000, la Corte Costituzionale (Presidente Cesare Mirabelli; redattore Cesare Ruperto) dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 25, comma 3, del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 342 (Modifiche al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, recante il testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia), annullando il famoso decreto ‘salva banche’, varato dal governo D’Alema, norma che voleva legittimare l’anatocismo trimestrale fino ad allora praticato, mettendo una pietra tombale sul diritto dei consumatori a ricalcolare il pregresso.
SALVABANCHE GOVERNO AMATO-VISCO (MUTUI USURARI). Il 4 dicembre 2001, in Corte Costituzionale, l´avv. Antonio Tanza, Vice presidente Adusbef, difendeva le ragioni di Scialpi Stefano ed altri consumatori, che avevano pagato interessi eccedenti i tassi soglia stabiliti dalla legge 108/96. Con sentenza pubblicata il 25 febbraio 2002 (Presidente Cesare Ruperto, Relatore Annibale Marini), la Corte Costituzionale: “dichiara l´illegittimità costituzionale dell´art. 1, comma 2 e dell’art. 1 comma 3, del decreto-legge 29 dicembre 2000, n. 394 (Interpretazione autentica della legge 7 marzo 1996, n. 108, recante disposizioni in materia di usura), convertito, con modificazioni, in legge 28 febbraio 2001, n. 24. Migliaia di mutuatari ottenevano così i rimborsi delle somme ingiustamente pagate.
SALVABANCHE GOVERNO BERLUSCONI-TREMONTI (PRESCRIZIONE BREVE ANATOCISMIO).
Con un emendamento inserito nel decreto milleproroghe del 2011, il ministro dell’Economia Tremonti, suggestionato e forse ricattato dai banchieri, che minacciavano di non procedere agli acquisti dei titoli di Stato in un momento di crisi delicata sui mercati per l’alto spread sui BTP rispetto ai bund tedeschi, assecondò le loro richieste inserendo una norma che stabiliva la prescrizione breve per l’anatocismo applicato sui conti correnti, ossia 10 anni dal giorno di registrazione contabile dell’addebito illegittimo e non già dalla data di chiusura del conto, come avevano ribadito pochi giorni prima le Sezioni Unite di Cassazione. Una norma ad hoc per impedire i ricorsi, visto che la pratica dell’anatocismo, fu vietata dal 2000. Ancora una volta Adusbef, tramite l’avv.Tanza, sollevò eccezioni di costituzionalità in diversi Tribunali. Con la sentenza n.78/2012 pubblicata il 5 aprile 2012 (Presidente Alfonso Quaranta, Redattore Alessandro Criscuolo), la Corte Costituzionale, riuniti i giudizi, dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 2, comma 61, del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225 (Proroga di termini previsti da disposizioni legislative e di interventi urgenti in materia tributaria e di sostegno alle imprese e alle famiglie), convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10. “Dedichiamo questa vittoria a tutti i consumatori vessati, agli utenti delle banche, che non avendo credito sono costretti a gesti estremi, mentre le banche navigano nella liquidità della Bce: 251 mld di euro, prestito triennale al tasso annuale dell’1%. Questo è un grande giorno anche per i governi che non possono fare i maggiordomi dei banchieri perché anche per l’Italia ci sarà sempre un ‘giudice a Berlino’ disponibile a dare giustizia ai cittadini, alle famiglie e ai consumatori”- fu il commento dell’Adusbef.
Con gli strumenti usuali del diritto e della legalità sanciti dalla Costituzione, calpestati dai Governi di turno, che sembrano anche perseguitati da avverse fortune quando per favorire esclusivi interessi, vengono addirittura premiate per aver strozzato e saccheggiato ogni giorno famiglie ed imprese, anche stavolta- qualora il decreto sulle Popolari venisse definitivamente approvato dal Senato- riteniamo di avere ottime ragioni giuridiche e morali, per smontare sofismi giuridici dannosi per gli interessi generali del Paese.
Elio Lannutti (Adusbef) Rosario Trefiletti (Federconsumatori)