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SIENA. Parla chiaro il sindaco Luigi De Mossi sulla questione Unicredit-Mps: “No alla macelleria sociale su Mps. Questa banca non è un supermercato. Non lo deve essere”, ha sottolineato.
“La politica ora risponda, visto che ha già messo mano in Mps con le acquisizioni di Banca 121 e di Antonveneta. Ora ci metta mano per ridare dignità e futuro a questa banca”. Le considerazioni del sindaco sul “no” a condizioni “che siano una operazione di macelleria sociale”, non sono però ad una bocciatura a Unicredit. “Non dico no alla trattativa. Ma a qualunque tipo di operazione che non soddisfi la tenuta sociale della città, di questa regione visto che Montepaschi è l’azienda che da più occupazione in tutto il territorio toscano. E poi conta anche la storia,. La banca si chiama Monte dei Paschi di Siena, non è che possiamo buttare via la sua lunga storia, solo perche dal 2002 al 2007 abbiamo fatto delle scelte politiche oggettivamente poco condivisibili tanto per dare un giudizio british. Ora facciamo squisitamente tecniche e intanto buttiamo tutto? Non funziona cosi” .
De Mossi è consapevole che la questione sarà anche il tema della campagna elettorale per le suppletive senesi per il seggio alla camera dei deputati. “Per tutto il periodo Mps sarà un argomento di livello nazionale. Voglio sperare però che quando si spengono i riflettori non venga preso nottetempo una decisione che il giorno dopo ci troviamo davanti in uno stato di fatto che non ci soddisfa”: Tornando sui timori che la soluzione su Mps porti alla macelleria sociale De Mossi ha sottolineato che “ stiamo parlando di occupazione, di uffici, del consorzio operativo, di tante aziendine dell’indotto che hanno lavorato appunto con Mps. E poi ci sono gli immobili che certo che se vengono lasciati vuoti potrebbe esserci una diminuzione del loro valore immobiliare. Ci rendiamo conto delle dimensioni di Rocca Salimbeni, del lavoro per riqualificarla. C’è poi il patrimonio artistico della banca, tema sul quale ho scritto alla Soprintendenza”.