Il candidato sindaco considera così il ballottaggio del 24 giugno
SIENA. Da Luigi De Mossi, candidato a sindaco di Siena, riceviamo e pubblichiamo.
“Il sindaco uscente si è ricandidato senza un programma e senza una strategia concreta per amministrare la città ed il voto del 10 giugno ha confermato che il 70% dei cittadini non lo considera più il sindaco di Siena.
Per nascondere questo suo fallimento è sceso dal piedistallo della sua finta discontinuità e ha siglato un vero e proprio accordo di poltrone con l’ex sindaco Piccini, tutto sulla testa della città e dei cittadini e per assecondare quel gruppo dirigente romano su cui pende la responsabilità politica dell’operazione Antonveneta.
Infatti, oltre ai due protagonisti noti, spuntano dalle ceneri della distruzione le ombre sinistre di Franco Ceccuzzi e Walter Veltroni, entrambi segretari di quel partito, a Siena come a Roma, che fortemente volle l’immediato acquisto di Antonveneta.
Gli stessi che hanno portato la città in uno stato di crisi sono ritornati con il “patto degli sconfitti” tra Valentini e Piccini. Il gruppo dirigente del PD, ex DS, ingannando la città e gli stessi elettori di sinistra, prima hanno portato alla crisi la nostra banca, poi hanno quasi azzerato il patrimonio della Fondazione ed inoltre hanno portato al fallimento l’A.C. Siena, la Mens Sana Basket e l’Enoteca oltre a creare una situazione di crisi economica che è sotto gli occhi di tutti.
Ora, sempre con l’inganno, firmano un accordo tradendo il voto degli elettori. E il sig. Piccini che, prima è stato il mentore di questo gruppo dirigente dal quale è stato poi abbandonato perdendo una poltrona, anche se lo hanno compensato con “l’esilio” a Parigi, non solo ha mortificato il lavoro decennale delle liste civiche, ma con l’accordo tra lui e Valentini ha confermato quello che tutti sospettavano da mesi: aveva già un accordo con il PD. E sia lui che Valentini per giustificare questo inciucio e la loro mancanza di autorevolezza per amministrare la città, diffondono false ricostruzioni degli eventi politici.
Io, invece, sarò il sindaco di tutti i senesi, per amministrare la città, superare la stagione dei veleni e dei fallimenti e rispetto a ciò che vive Valentini, la nostra coalizione garantisce autonomia al sindaco e garantirà anche l’autonomia della città dalle pressioni esterne. Il solo rapporto esterno che verrà valorizzato sarà quello istituzionale e politico finalizzato alla ricerca di sostegno governativo per la nostra economia e per creare nuova occupazione. Valentini e Piccini rappresentano il passato e sono autoreferenziali e non sono più interlocutori autorevoli. Ecco spiegata anche la fretta da parte del sindaco uscente nel fare le nomine della Fondazione Mps e non solo prima del voto: ha pensato agli interessi del suo partito e dei nominati e non a quelli della città. La mia scelta di non fare apparentamenti è una scelta di trasparenza e di rispetto per il 70% degli elettori. Il mio appello è rivolto ai senesi che ci hanno premiato al primo turno e ad incoraggiare gli altri elettori a sostenere il nostro progetto di cambiamento. E’ un appello rivolto quindi anche a tutti – e sono tanti – gli elettori che hanno premiato tutte le liste che non si riconoscono nella giunta Valentini.
Il mio appello è rivolto anche agli elettori del Movimento 5 Stelle perché nel nostro progetto possono ritrovare quella necessaria trasparenza e discontinuità per voltare pagina.
Il mio appello è rivolto anche agli elettori che al primo turno hanno dato i proprio consenso a Massimo Sportelli.
Mi rivolgo infine agli elettori che hanno votato per Piccini: non permettete a nessuno di tradire il vostro voto e ricordatevi che Piccini ha fatto l’accordo con il gruppo dirigente che ha deciso la famosa operazione Antonveneta e con un Valentini che, mentre i dipendenti della banca subivano gli effetti negativi delle gestioni dei vertici, inviava un sms a Renzi per decidere le nomine della Fondazione Mps. Difendiamo la città e il suo futuro dagli inciuci e dai politicanti del passato troppo impegnati nella spartizione delle poltrone e nell’estenuante ricerca di visibilità personale e non di reale crescita per la città.
Questa è un’occasione unica. Non è una consultazione elettorale ma un vero e proprio referendum tra chi vuole il nuovo e chi il vecchio, anzi il vecchissimo.
“Per cambiare davvero aria domenica 24 giugno non andate al mare, andate a votare per De Mossi sindaco.