SIENA. La razionalizzazione dei servizi pubblici e le esigenze di bilancio dello Stato sono due priorità del Governo. Queste devono essere portate avanti secondo il principio di equità e tenendo conto delle peculiarità di ogni territorio, al fine di evitare il rischio, sempre presente, di creare disparità tra territori. La revisione dei criteri per il pagamento dell’Imu agricola, chiesta con forza da sindaci di realtà produttive importanti e dalla Confederazione Italiana Agricoltori, è condivisibile perché mirata alla tutela delle aziende agricole in territori che rischiano di diventare marginali a causa della loro conformazione e della scarsa densità abitativa.
Il decreto correttivo dello scorso gennaio è stato positivo per i comuni montani, ed è stato un primo passo da parte del governo nella giusta direzione. Tuttavia è doveroso ricordare che il comparto agricolo, in particolare quello di vaste aree della nostra provincia, soffre a causa di produzioni non adeguatamente remunerate e della riduzione dei contributi, ad esempio quelli relativi al costo dei carburanti. Da parte delle istituzioni è importante accompagnare le aziende nello sviluppo di conoscenze e strategie agricole moderne. Da parte mia, ribadisco l’impegno a sollecitare il Ministro Martina ed il governo affinché sia trovata una soluzione al problema della tassazione dei beni strumentali, anche in agricoltura.
Il provvedimento sull’IMU agricola investe, infatti, la possibilità di molte aziende di migliorare, se non di mantenere, le proprie attività lavorative. E con queste, di mantenere il tessuto sociale dei centri agricoli della nostra provincia. Chi si è posto per tempo il problema di evitare una tendenza alla disgregazione amministrativa e politica dei nostri territori, sa che le attività economiche e i servizi sono fondamentali per mantenere la qualità della vita e anche lo sviluppo turistico dei nostri paesi.
Uffici postali. In questa prospettiva, anche l’annuncio da parte di Poste Italiane di voler di ridurre il numero degli uffici postali, sacrificando in particolare quelli dei piccoli centri, non può che vederci contrari. In Toscana potrebbero chiudere 63 uffici e la riduzione di orario in 37 sportelli. In provincia di Siena sono previste le chiusure nelle località di: Monti; Monticchiello; Pievescola; San Gusmé; Gracciano; Montisi; Serre di Rapolano e la riduzione di orario a Corsano; Sant’Angelo in Colle; Rigomagno. Anche in questo caso sono i territori caratterizzati dalla scarsa densità di popolazione e dalle carenze infrastrutturali ad essere maggiormente colpiti. Stiamo cercando di operare affinché i tagli vengano ridimensionati e comunque vengano messi a disposizione servizi alternativi.
Luigi Dallai, deputato del Partito democratico