Il deputato incontrerà il direttore dell’Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata
SIENA. “Le vicende giudiziarie di questi ultimi giorni ci spingono a una nuova e più incisiva accelerazione per arrivare a termine del tanto atteso procedimento per l’assegnazione dell’azienda agricola di Suvignano, in provincia di Siena. Incontrerò quanto prima il Direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, Umberto Postiglione, affinché si possa riprendere rapidamente in esame l’esito della ‘vicenda Suvignano’. È doveroso impegnarsi perché si compia un cammino di legalità e sviluppo economico nel nostro territorio”. A dirlo è Luigi Dallai, parlamentare toscano del Partito democratico, dopo i recenti sviluppi giudiziari che hanno portato all’emissione di un avviso di garanzia nei confronti dell’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, amministratore giudiziario da oltre vent’anni del bene confiscato alla mafia più grande del centro Italia, la tenuta di Suvignano.
“Non entro nel merito della vicenda giudiziaria – sottolinea Dallai – che certo desta preoccupazione e getta un’ombra sui troppi anni trascorsi senza arrivare a un’assegnazione del bene, ma quanto accaduto deve spingerci a riprendere in mano il percorso intrapreso, con impegno e determinazione, da istituzioni e associazioni affinché la tenuta possa finalmente trovare una sua destinazione di interesse pubblico, unico futuro auspicabile per questo simbolo della legalità in Toscana. Così come credo doverosa una riflessione che spinga, se necessario, a rendere più flessibili le procedure legislative per facilitare i percorsi di destinazione e gestione dei beni confiscati”.
“Suvignano, la cui lunga e sofferta vicenda è ben nota – oltre vent’anni anni di amministrazione giudiziaria e ben due tentativi sventati di vendita all’asta – ha un futuro certo nel progetto che già dal 2009 Regione Toscana, Provincia di Siena, Comune di Monteroni d’Arbia, unitamente a Libera e ad Arci, hanno presentato per il suo rilancio e sviluppo sotto il profilo agricolo, turistico e sociale. Questo progetto, nonostante la valutazione positiva data anche dal vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico a un’interrogazione del 2013 non riesce a trovare una risposta da parte dell’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati, che è il soggetto competente a decidere la destinazione del bene”.
“Rimanere ancora fermi – conclude il parlamentare Pd – vuol dire non solo perdere una grande opportunità di crescita per il nostro territorio, ma soprattutto quello che di buono si è fatto in questa azienda: a partire dalle persone che vi lavorano e che attendono di conoscere il loro futuro, e agli investimenti che sono stati fatti e che rischiano di venir vanificati da un ulteriore ingiustificato immobilismo. E’ tempo che la tenuta di Suvignano venga assegnata, in nome della legalità e della tenacia di chi – istituzioni, associazioni, cittadini – si batte da anni perché il progetto di Suvignano possa finalmente concretizzarsi”.