Dieci obiettivi strategici e trenta azioni per contribuire a una visione strategica della Toscana
SIENA. È stato presentato oggi, lunedì 14 settembre, nella sede della delegazione di Siena di Confindustria Toscana Sud, il documento programmatico dell’associazione in vista delle elezioni Regionali 2020, curato dagli industriali di Arezzo, Grosseto e Siena. Un’analisi che documenta la situazione attuale e soprattutto fissa dieci obiettivi strategici e trenta azioni – possibili e necessarie per ogni territorio di riferimento, Maremma compresa – richieste alla prossima amministrazione regionale, affinché il tessuto produttivo sopravviva dopo l’emergenza globale causata dall’epidemia di Covid e sia in grado di ricostruire il proprio futuro su basi più solide.
«Il nostro contributo a chi governerà la Toscana per i prossimi anni – dice Francesco Pacini, presidente della delegazione di Grosseto di Confindustria Toscana Sud – è una visione fondata su un’idea di sviluppo che preveda un lavoro d’insieme da parte di tutti i soggetti protagonisti per costruire una strategia di crescita. Strategia che, se l’obiettivo è quello di mantenere certi standard di ricchezza, deve necessariamente basarsi su una visione d’impresa: il tempo dell’assistenzialismo è finito, la priorità assoluta è creare condizioni di sviluppo. È altrettanto importante, però, che questo sviluppo non mantenga o non porti a una Toscana a due velocità, cioè con situazioni diverse in ogni singolo territorio: perciò le future logiche di programmazione dovranno integrare e armonizzare tutte le varie peculiarità per portare a una crescita armonica».
Ecco i dieci obiettivi strategici, fissati con lo spirito di partecipare concretamente alla costituzione di una Toscana forte che valorizzi la capacità di fare impresa. «Ci sono obiettivi che rappresentano una priorità per tutti i territori – ricorda Francesco Pacini – come un intervento deciso nelle politiche per i giovani, l’incremento delle competenze individuali per accompagnare lo sviluppo tecnologico delle imprese, una digitalizzazione diffusa, lo sviluppo delle politiche per il settore agroindustriale, la valorizzazione del patrimonio immobiliare e paesaggistico per attrarre turisti, lavoratori e cittadini. In particolare, per la provincia di Grosseto, l’obiettivo è potenziare il comparto manifatturiero: il nostro territorio soffre un disagio economico e occupazionale che sta producendo effetti negativi anche in ambito sociale. La causa, oltre alla insufficiente dotazione infrastrutturale, sta anche nella scarsa presenza di aziende strutturate nel settore manifatturiero. Perciò l’obiettivo è far crescere gli investimenti in questo comparto per incrementare il numero delle imprese e degli occupati, anche attraverso misure straordinarie da parte della Regione che prevedano vantaggi per le attività che vogliano aprire o ampliare siti produttivi». Dagli obiettivi alle azioni concrete. «Visto che la priorità per la Maremma è il manifatturiero – osserva Francesco Pacini – la prima azione concreta sulla quale chiederemo alla nuova amministrazione regionale di impegnarsi è la stipula di un “patto di territorio” almeno quinquennale destinato alla nostra provincia, per individuare risorse regionali destinate al sostegno di nuovi investimenti nel manifatturiero. Ad esempio è importante accompagnare il progetto sulla rinascita del polo manifatturiero grossetano di via Genova sul quale stiamo lavorando con le amministrazioni locali, che già è sede di imprese come Eurovinil, Toscano, Noxerior, Elmu, Rrd, Tecnoseal, Maremmana Ecologia, Fluxinos e altre. Tra le altre azioni concrete pensiamo all’istituzione di un fondo a sostegno dei progetti imprenditoriali e dell’inserimento lavorativo dedicato ai più giovani, anche per abbattere il divario tra domanda e offerta di lavoro. E poi l’introduzione di agevolazioni contributive per le Pmi che inseriscano in azienda personale specializzato nelle tecnologie dell’Impresa 4.0 e più in generale di incentivi per le aziende che puntino sulla digitalizzazione, interventi strutturali per migliorare la mobilità dei cittadini e delle merci, dal Corridoio tirrenico alla Grosseto-Fano. Tutto questo potrebbe contribuire ad attrarre imprenditori ed investimenti, anche stranieri, utili a valorizzare le nostre potenzialità e dunque a crescere. Noi imprenditori faremo la nostra parte: abbiamo bisogno che la politica, di qualsiasi colore, faccia lo stesso. Da subito».