Il commento del sindaco Bruno Valentini
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SIENA. Saranno almeno sette i milioni di euro che la Regione metterà a disposizione per l’area senese per interventi di carattere culturale. L’annuncio è del presidente della Regione, Enrico Rossi, nel corso del suo intervento a Santa Maria della Scala durante il convegno su “Città e culture al tempo delle reti”.
“La Regione – ha spiegato Rossi – ha messo a disposizione tra i 7 e gli 8 milioni di euro da un asse comunitario, individuando il S. Maria della Scala come soggetto di riferimento su scala regionale per quanto riguarda la via Francigena e il Medioevo. I fondi ci sono ma dalla città ci attendiamo un progetto da finanziare. Questo edificio che sta nella storia di Siena della Toscana e dell’Europa, lo merita davvero e deve giocare il suo ruolo rilevante per la cultura regionale. Credo infine che la messa in sicurezza della Francigena che come Regione abbiamo voluto e finanziato stia dando risultati davvero interessanti”.
“Il Complesso museale S. Maria della Scala – ha detto il sindaco Bruno Valentini – richiede un impegno molto rilevante, soprattutto adesso che non ci sono più le risorse messe a disposizione dalla Fondazione MPS. La nostra è una sfida al limite delle possibilità che vogliamo, però, vincere con un progetto di respiro regionale e nazionale. Per la prima volta, grazie ad una collaborazione con il privato, il Complesso è rimasto aperto con le sole risorse comunali, e adesso con la nomina di un nuovo direttore si delinea la svolta: attuare un’offerta culturale in grado di avere un forte valenza territoriale e un forte richiamo turistico. Il nostro progetto vuole il S. Maria della Scala come eccellenza toscana: un luogo dove sperimentare e coordinare l’offerta culturale”.
“Il Complesso museale S. Maria della Scala – ha detto il sindaco Bruno Valentini – richiede un impegno molto rilevante, soprattutto adesso che non ci sono più le risorse messe a disposizione dalla Fondazione MPS. La nostra è una sfida al limite delle possibilità che vogliamo, però, vincere con un progetto di respiro regionale e nazionale. Per la prima volta, grazie ad una collaborazione con il privato, il Complesso è rimasto aperto con le sole risorse comunali, e adesso con la nomina di un nuovo direttore si delinea la svolta: attuare un’offerta culturale in grado di avere un forte valenza territoriale e un forte richiamo turistico. Il nostro progetto vuole il S. Maria della Scala come eccellenza toscana: un luogo dove sperimentare e coordinare l’offerta culturale.
Siena e la Regione possono collaborare su molte questioni, fra le tante ne evidenzio sette.
Infrastrutture: il completamento della Siena-Grosseto, e la manutenzione, da parte dell’ANAS, per la superstrada Siena-Firenze; il raddoppio della ferrovia nel tratto Granaiolo per limitare i tempi di raccordo SI/FI e l’alta velocità nella parte sud della Toscana.
La possibilità di completare il nuovo Palazzo della Provincia realizzato a Siena, e mai utilizzato, per ospitare uffici regionali e statali, così da razionalizzare spese e affitti.
Urbanistica: rinnovare il Regolamento Urbanistico di Siena in stretta collaborazione con la Regione Toscana, attuando gli indirizzi di tutela paesaggistica e riqualificazione urbana varati con la recente nuova legge regionale, costruendo un’esperienza innovativa di pianificazione fino ad oggi inedita.
Turismo: attraverso la collaborazione con Toscana Promozione attivare iniziative di sperimentazione di grande spessore, con l’obiettivo di ampliare e diversificare l’offerta turistica.
Sanità: ammodernamento dell’ospedale senese S. Maria alle Scotte, perché l’attuale struttura è obsoleta e non è più sostenibile per i costi di gestione che richiede, in modo da mantenere elevata la qualità dei servizi per i pazienti ed i cittadini.
Ricerca: dobbiamo continuare ad investire sul rafforzamento del parco scientifico portato avanti da Toscana Life Sciences nel campo delle scienze per la vita, attraendo nuove imprese e nuova occupazione.
Infine la Banca MPS. Non è un problema solo senese o toscano, è una questione di portata nazionale che se non si risolve rischia di riverberarsi sul panorama bancario ed economico di tutta l’Italia.
Dopo gli errori compiuti dalle autorità monetarie nazionali che non hanno salvaguardato Banca Mps dall’incauto acquisto di Antonveneta e non hanno consentito, nei tempi giusti, di attivare le leve europee di contenimento dei crediti bancari dubbi, questo è il momento di una forte azione di aiuto. Soprattutto dopo che la Banca ha saputo ristrutturarsi efficacemente grazie all’azione del management e al senso di responsabilità dei lavoratori”.