Intervento del sindacato sul tema delle esternalizzazioni
SIENA. Da C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Gruppo MPS riceviamo e pubblichiamo le rispooste alle dichiarazione dei giorni scorsi di Alessandro Profume, presidente di Banca Monte dei Paschi.
“E’ un fenomeno ricorrente di questa epoca che personalità più o meno autorevoli (o almeno così vengono presentate) facciano dichiarazioni in cui manifestano opinioni che dovrebbero essere assunte come ovvie e indiscutibili. Una di queste è che non si debbano pagare stipendi a chi non produce ricavi. Questa apparente ovvietà nasconde una concezione non condivisibile dell’impresa che, a nostro avviso, invece è tale nella sua unità, fatta di parti che “rendono” e di parti funzionali al buon andamento di chi “rende”. Per fare un esempio sportivo, in ogni squadra di calcio c’è un fantasista che segna e fa segnare, ma il suo ruolo deve essere supportato da mediani e difensori che fanno il lavoro sporco e oscuro.
Se, come lascia supporre Profumo, un’azienda venisse scomposta e si volessero tenere solo le parti che “rendono”, gli esuberi (da esternalizzare?) diventerebbero svariate migliaia. Del tutto ideologica è l’affermazione che alcune attività amministrative sarebbero superflue per l’uso di Internet: i canali on line funzionano proprio grazie alle strutture amministrative ed informatiche che ci stanno dietro. Al limite lo sviluppo della banca on line rende superfluo parte del lavoro allo sportello ma questa affermazione viene contraddetta dagli stessi banchieri che, nell’ultimo contratto nazionale, hanno preteso ed ottenuto l’apertura degli sportelli dalle 8 alle 20.
Clamorosa è poi l’affermazione che le esternalizzazioni sono l’alternativa al licenziamento. Il presidente Profumo dovrebbe ben conoscere la realtà di UniCredit, gruppo che lui guidava prima di essere messo alla porta dai suoi azionisti (era forse uno stipendio che non produceva ricavi????).
Orbene, UniCredit sta facendo, attraverso la propria società consortile Ubis, proprio una raffica di esternalizzazioni. Abbiamo avuto modo di leggere un’intervista al segretario regionale della Fisac del Lazio, Sergio Fortunati, che sosteneva che le esternalizzazioni finora attuate hanno determinato un aumento dei costi, per il servizio offerto dalla nuova società, del 40%!!! Com’è possibile che gruppi in difficoltà possano pensare di migliorare la situazione con operazioni che in prima battuta aumentano i costi?
Non è che ha ragione chi teme che la creazione di nuove società, cui vengono conferiti i lavoratori esternalizzati, sia propedeutica al licenziamento dei lavoratori stessi? E non finisce qua, perchè è accaduto che l’ultima esternalizzazione sia stata “studiata” da Accenture, società cui UniCredit paga profumate consulenze, per procedere alla cessione di un pezzo di banca ad una società controllata al 51% da … Accenture. Siamo in presenza di un gigantesco conflitto d’interesse o a qualcosa di molto peggio ed inconfessabile?
Noi pensiamo che la strada intrapresa per “risanare” il Monte sia sbagliata oltre che messa in atto da personaggi che non hanno certamente i requisiti necessari per poter svolgere questo compito.
Ci rivolgiamo ai lavoratori perchè ci sia una reazione alle politiche di manager inaffidabili che, con la complicità di sindacati asserviti, finiranno per far colare definitivamente a picco la banca, facendone pagare le conseguenze agli unici che non ne hanno colpa, i lavoratori stessi”.
“E’ un fenomeno ricorrente di questa epoca che personalità più o meno autorevoli (o almeno così vengono presentate) facciano dichiarazioni in cui manifestano opinioni che dovrebbero essere assunte come ovvie e indiscutibili. Una di queste è che non si debbano pagare stipendi a chi non produce ricavi. Questa apparente ovvietà nasconde una concezione non condivisibile dell’impresa che, a nostro avviso, invece è tale nella sua unità, fatta di parti che “rendono” e di parti funzionali al buon andamento di chi “rende”. Per fare un esempio sportivo, in ogni squadra di calcio c’è un fantasista che segna e fa segnare, ma il suo ruolo deve essere supportato da mediani e difensori che fanno il lavoro sporco e oscuro.
Se, come lascia supporre Profumo, un’azienda venisse scomposta e si volessero tenere solo le parti che “rendono”, gli esuberi (da esternalizzare?) diventerebbero svariate migliaia. Del tutto ideologica è l’affermazione che alcune attività amministrative sarebbero superflue per l’uso di Internet: i canali on line funzionano proprio grazie alle strutture amministrative ed informatiche che ci stanno dietro. Al limite lo sviluppo della banca on line rende superfluo parte del lavoro allo sportello ma questa affermazione viene contraddetta dagli stessi banchieri che, nell’ultimo contratto nazionale, hanno preteso ed ottenuto l’apertura degli sportelli dalle 8 alle 20.
Clamorosa è poi l’affermazione che le esternalizzazioni sono l’alternativa al licenziamento. Il presidente Profumo dovrebbe ben conoscere la realtà di UniCredit, gruppo che lui guidava prima di essere messo alla porta dai suoi azionisti (era forse uno stipendio che non produceva ricavi????).
Orbene, UniCredit sta facendo, attraverso la propria società consortile Ubis, proprio una raffica di esternalizzazioni. Abbiamo avuto modo di leggere un’intervista al segretario regionale della Fisac del Lazio, Sergio Fortunati, che sosteneva che le esternalizzazioni finora attuate hanno determinato un aumento dei costi, per il servizio offerto dalla nuova società, del 40%!!! Com’è possibile che gruppi in difficoltà possano pensare di migliorare la situazione con operazioni che in prima battuta aumentano i costi?
Non è che ha ragione chi teme che la creazione di nuove società, cui vengono conferiti i lavoratori esternalizzati, sia propedeutica al licenziamento dei lavoratori stessi? E non finisce qua, perchè è accaduto che l’ultima esternalizzazione sia stata “studiata” da Accenture, società cui UniCredit paga profumate consulenze, per procedere alla cessione di un pezzo di banca ad una società controllata al 51% da … Accenture. Siamo in presenza di un gigantesco conflitto d’interesse o a qualcosa di molto peggio ed inconfessabile?
Noi pensiamo che la strada intrapresa per “risanare” il Monte sia sbagliata oltre che messa in atto da personaggi che non hanno certamente i requisiti necessari per poter svolgere questo compito.
Ci rivolgiamo ai lavoratori perchè ci sia una reazione alle politiche di manager inaffidabili che, con la complicità di sindacati asserviti, finiranno per far colare definitivamente a picco la banca, facendone pagare le conseguenze agli unici che non ne hanno colpa, i lavoratori stessi”.
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