SIENA. Provvedimenti urgenti contro il declino della Siena Biotech e spiegazioni sulle promesse disattese, da parte della Regione, di un contributo mai arrivato: sono questi, in estrema sintesi, i quesiti che il gruppo regionale del Nuovo Centrodestra rivolge alla giunta regionale in un’interrogazione (in allegato) che porta la crisi della storica società di ricerca senese direttamente sui tavoli di Palazzo Strozzi Sacrati.
Il capogruppo Ncd Alberto Magnolfi, il suo vice Marco Taradash (che fa tra l’altro parte proprio della Commissione Sviluppo economico) e i Consiglieri Andrea Agresti e Roberto Benedetti (Vicepresidente del Consiglio regionale) tentano con il loro documento di dar voce e sostegno ai lavoratori e alle loro famiglie, che al momento versano nell’incertezza di una condizione lavorativa dalle prospettive nebulose. Eppure, soprattutto nel panorama della ricerca, Siena Biotech non è certo una realtà minore: «Siena Biotech – scrivono gli stessi esponenti Ncd – è una società di ricerca nel campo delle biotecnologie interamente controllata dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, fondata nel 2000, che si dedica all’individuazione di farmaci nell’area principalmente di malattie oncologiche e neurodegenerative, come l’Alzheimer. L’istituto, che nell’epoca di maggiore sviluppo è arrivato a contare circa 150 dipendenti, nasce come completamento ideale di un parco biotecnologico nato nel 1904, quando Achille Sclavo fondò a Siena l’Istituto Sieroterapico Toscano, poi passato alla Chiron e poi alla Novartis».
Questa importante realtà scientifico-produttiva pare adesso lasciata in abbandono: «La deputazione generale della Fondazione Monte dei Paschi di Siena – espongono infatti i Consiglieri regionali del Nuovo Centrodestra – ha deciso di non appoggiare il piano di ristrutturazione di Siena Biotech che già da alcuni mesi ha messo in cassa integrazione i 40 dipendenti rimasti. La stessa deputazione ha dichiarato sulla stampa locale che “ora che non disponiamo di utili, non possiamo continuare ad erogare patrimonio per sostenere un piano industriale cui manca una oggettiva sostenibilità”». E la Regione Toscana? «Nel 2013 – ricordano Magnolfi, Taradash, Agresti e Benedetti – ha promesso di intervenire con un contributo di 3 milioni di euro per aiutare la società, ma il contributo è rimasto solo sulla carta, nonostante il Presidente della Regione abbia a più riprese sostenuto l’importanza del Polo biotecnologico senese, non solo a livello provinciale, ma anche regionale e nazionale».
Beh, come mai questo cambio di rotta?, si domandano adesso in casa Ncd da dove alla giunta regionale nello specifico si chiede «quali motivi hanno indotto la Regione a non attuare l’intervento promesso a Siena Biotech» e «quali sono le considerazioni e gli eventuali provvedimenti della Regione per ovviare a questa situazione».